L'Oratorio: vera opportunità.
...mi sono trovato nella situazione di dover rispondere ad
un domanda che a qualche lettore potrebbe apparire assurda, ma che in realtà
non lo è se si considera la quasi totale assenza di questa tradizione: “Che
cos’è l’Oratorio?”.
Tra le principali “ansie” pastorali che un parroco vive vi è
quella della missione di evangelizzazione dei giovani. Essi sono la “pupilla
dell’occhio” di una comunità parrocchiale e sono coloro che maggiormente
risentono della crisi che, nel nostro tempo, colpisce l’annunzio del Vangelo.
Cogliere, ancora
oggi, la sfida dell’evangelizzazione attraverso la realtà dell’Oratorio è senza
dubbio coraggioso. Lo è ancor di più lì dove non esiste quasi nessuna
esperienza di Oratorio e dove la maggior parte delle strutture non sono state
progettate e realizzate per questa finalità.
Il desiderio e la voglia di creare una “famiglia” attorno a
questa felice opportunità superano abbondantemente le possibili difficoltà
iniziali. Ed è così che si incominciano a diffondere e delineare belle realtà
di Oratorio in quella parte d’Italia dove, forse per troppo tempo, si è
maggiormente diffusa la devozione popolare a discapito di questo “antico, ma
sempre nuovo” strumento pastorale.
In diversi casi mi sono trovato nella situazione di dover
rispondere ad un domanda che a qualche lettore potrebbe apparire assurda, ma
che in realtà non lo è se si considera la quasi totale assenza di questa
tradizione: “Che cos’è l’Oratorio?”
Ho provato nel tempo a darmi una personale risposta per
soddisfare nel modo migliore il desiderio altrui di conoscenza. L’Oratorio non
è solo “il luogo fisico in cui vanno a giocare i bambini”. Ridurre l’Oratorio a
una così semplicistica definizione mortificherebbe l’impegno e la passione di tanti
animatori e catechisti che con grande entusiasmo si mettono al servizio del
prossimo.
L'Oratorio, nella sua accezione più vera e profonda, è
sinonimo di accoglienza, mano tesa, incontro, ascolto, scuola di vita,
servizio, coerenza, rispetto, gruppo, squadra, difficoltà, maturità… potrei
continuare all’infinito per delineare l’arcobaleno di atteggiamenti, valori e
sentimenti che si costruiscono attorno a questa realtà.
Chi pensa che l’Oratorio esista solo dove ci sono campetti,
saloni e teatri sta perdendo l’occasione di sperimentare emozioni ed
espressioni che nascono anche solo per strada o nella piazza, perché l'Oratorio
non è solo un luogo, ma è comunione di persone, esperienze, abilità, età.
Fatta questa premessa e considerando la mia personale esperienza
di parroco, desidero raccontare come l’Oratorio è diventato oggi non soltanto
strumento di pastorale giovanile, ma anche casa di tutti, dal più piccolo al
più grande. Volgere lo sguardo indietro non è sempre positivo, ma nel nostro
caso può essere utile considerare il cammino fin qui fatto, guardando al punto
di partenza, per ricordarsi del crescente bisogno di dare spazio ai giovani in
una terra che, fino a una decina d’anni fa, dell’Oratorio conosceva, forse,
solo il nome.
Nato dalle ceneri di un asilo dismesso, per diventare
operativo l’Oratorio “Giovanni Paolo II” di Olivarella (ME) ha richiesto
l’accensione di un mutuo le cui rate sono state pagate grazie alla
disponibilità di un centinaio di famiglie che mensilmente, per tre anni, hanno partecipato
con il contribuito di una quota.
Tutti insieme abbiamo vissuto la sua inaugurazione alla
presenza del Vescovo, l’inizio delle attività, le soddisfazioni e le
difficoltà… oggi, dopo diversi anni, il centro raccoglie circa duecento
tesserati: non solo giovani dai 6 ai 22 anni, ma anche adulti e anziani che tra
le mura dell’Oratorio si sentono a casa loro.
Un luogo in cui si cresce umanamente, attraverso il gioco e
la condivisione, ma anche cristianamente, con i cammini di formazione che la
parrocchia promuove. Una realtà che nel tempo si è positivamente fatta spazio
nel territorio e che contribuisce a contrastare gli equilibri negativi: i
ragazzi hanno finalmente un punto di riferimento e non stanno più in strada,
gli anziani combattono la solitudine incontrandosi e giocando a carte e le
famiglie si ritrovano per condividere momenti comunitari di festa. C’è posto
davvero per tutti ed in particolare per quelle persone che, per utilizzare il
linguaggio di Papa Francesco, consideriamo come appartenenti alle “periferie”
umane della storia.
Se dovessi fare una valutazione nella veste di direttore del
Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile e del Coordinamento degli Oratori
posso decisamente affermare che questa è davvero una felice primavera. Essa vede,
ormai dal 2007, un continuo fiorire di nuove realtà. Solo nella diocesi di
Messina circa venticinque parrocchie hanno avviato un Oratorio partendo da
zero, per non dire dal nulla.
Ogni anno se ne aggiungono altre chiedendo corsi di
formazione per avviare l’attività. Siamo all’inizio di un nuovo cammino. Un
cammino tanto bello quanto ripido. Ma sembra che si stia diffondendo sempre di
più la consapevolezza che l'Oratorio può essere davvero il "ponte tra la
strada e la Chiesa". Allora non resta che avere coraggio e osare, dedicare
del tempo e far crescere la passione, perché l’orizzonte è veramente sereno!
Padre Dario Mostaccio
Diocesi di Messina
Lipari Santa Lucia del Mela
http://www.donboscoland.it(Quaderni Cannibali) Luglio 2014
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