Vediamo subito cosa dice Mosè nella Legge a proposito degli
adulteri:
Lv 20,10 “ Se uno commette adulterio con la moglie del suo
prossimo, l’adultero e l’adultera dovranno essere messi a morte”
Dt 22,22 “Quando un uomo verrà trovato a giacere con una
donna maritata, tutti e due dovranno morire: l’uomo che è giaciuto con la donna
e la donna. Così estirperai il male da Israele”.
E Gesù a proposito del ripudio della moglie così si esprime:
"Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per
voi questa norma. 6Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio
e femmina; 7per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due
saranno una carne sola. Così non sono più due ma una carne sola… A casa, i
discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: “ Chi
ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei,
e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio” Mc
10,5-1.
Gesù mette così in evidenza un primo progetto
di Dio al momento della creazione, un secondo momento è la durezza del cuore
degli uomini , un terzo momento, lo vediamo nel brano appena letto, la nuova
rivelazione di un Dio Amore e misericordioso riportando tutto a quel momento
creativo in cui Dio disse che tutto era buono. L’amore e la misericordia sono i
fondamenti principali del rapporto che Dio stabilisce con l’uomo.
Perché Dio dopo la disobbedienza di Adamo ed Eva pensò al
modo di redimerli? Non fu per amore?
«Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne
dici?»
.
«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra
contro di lei».
Perché la domanda
dei farisei? I Farisei avevano capito che Gesù per il suo modo trattare, di
usare misericordia con tutti, era
benvoluto dalla gente. Una domanda trappola: se Gesù si fosse messo dalla parte
della legge avrebbe contraddetto se stesso e tutto il suo messaggio; se invece
avesse detto di non lapidarla significava che stava contraddicendo la legge,
meritando così di essere lapidato anche lui.
Perché la risposta di Gesù? Mette in evidenza la
falsità dei farisei che si ritenevano giusti davanti a Dio perché predicavano
la stretta osservanza della legge ma a loro uso, consumo e convenienza.
«Chi di voi è senza
peccato, getti per primo la pietra contro di lei».
L’unico senza peccato presente in questa scena, con
l’adultera al centro, era Gesù, che sicuramente non avrebbe scagliato la prima
pietra.
“Chi di voi è senza peccato, scagli per primo una pietra
contro di lei. Questa è la voce della giustizia: Si punisca la
peccatrice, ma non ad opera dei peccatori; si adempia la legge, ma non ad opera
dei prevaricatori della legge. Decisamente, questa è la voce della giustizia. E
quelli, colpiti da essa come da una freccia poderosa, guardandosi e trovandosi
colpevoli, uno dopo l'altro, tutti si ritirarono (Gv 8, 9).
Rimasero soltanto loro due: la misera e la misericordia”. Sant’Agostino
Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno
ti ha condannata?».
Ed ella rispose: «Nessuno, Signore!”
E Gesù disse:«Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non
peccare più».
Così commentava Benedetto XVI questo brano alla recita
dell’Angelus del 21.03.2010
Cari fratelli e sorelle! Siamo giunti alla Quinta Domenica
di Quaresima, nella quale la liturgia ci propone, quest’anno, l’episodio
evangelico di Gesù che salva una donna
adultera dalla condanna a morte (Gv 8,1-11).
Mentre sta insegnando nel Tempio, gli scribi e i farisei
conducono a Gesù una donna sorpresa in adulterio, per la quale la legge mosaica
prevedeva la lapidazione. Quegli uomini chiedono a Gesù di giudicare la peccatrice
con lo scopo di "metterlo alla prova" e di spingerlo a fare un passo
falso. La scena è carica di drammaticità: dalle parole di Gesù dipende la vita
di quella persona, ma anche la sua stessa vita. Gli accusatori ipocriti,
infatti, fingono di affidargli il giudizio, mentre in realtà è proprio Lui che
vogliono accusare e giudicare.
Gesù, invece, è "pieno di grazia e di verità" (Gv
1,14): Egli sa che cosa c’è nel cuore
di ogni uomo, vuole condannare il peccato, ma salvare il peccatore, e
smascherare l’ipocrisia. L’evangelista san Giovanni dà risalto ad un
particolare: mentre gli accusatori lo interrogano con insistenza, Gesù si china
e si mette a scrivere col dito per terra. Osserva sant’Agostino che quel gesto
mostra Cristo come il legislatore divino: infatti, Dio scrisse la legge col suo
dito sulle tavole di pietra (cfr Comm. al Vang. di Giov., 33, 5). Gesù dunque è il Legislatore, è la Giustizia
in persona.
E qual è la sua
sentenza? "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra
contro di lei". Queste parole sono
piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e
apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell’amore, in cui
consiste il pieno compimento di ogni precetto (cfr Rm 13,8-10). E’ la giustizia
che ha salvato anche Saulo di Tarso, trasformandolo in san Paolo (cfr Fil
3,8-14).
Quando gli accusatori "se ne andarono uno per uno,
cominciando dai più anziani", Gesù, assolvendo la donna dal suo peccato,
la introduce in una nuova vita, orientata al bene: «Neanch’io ti condanno; va’
e d’ora in poi non peccare più». È la stessa grazia che farà dire all’Apostolo:
"So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso
verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci
chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù" (Fil 3,14).
Dio desidera per noi soltanto il bene e la vita; Egli provvede
alla salute della nostra anima per mezzo dei suoi ministri, liberandoci dal
male col Sacramento della Riconciliazione, affinché nessuno vada perduto, ma
tutti abbiano modo di convertirsi.
Cari amici, impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a
non condannare il prossimo.
Impariamo ad essere intransigenti con il peccato – a partire
dal nostro! – e indulgenti con le persone. Ci aiuti in questo la santa Madre di
Dio che, esente da ogni colpa, è mediatrice di grazia per ogni peccatore
pentito”
Bellissima la frase "Rimasero solo la misera e la misericordia"... in fondo è ciò che accade quando ci accorgiamo di aver peccato e ne chiediamo perdono: ciò che conta è solo che i miei peccati siano cancellati dalla Misericordia! Dani
RispondiEliminaSecondo lo scrittore Erri de Luca, lo scrivere per terra di Gesù, è connesso alle norme ebraiche relative all'osservanza del sabato. Dove non è consentito di scrivere a meno di usare supporti volatili come la polvere. Seguendo questa ipotesi Gesù trasforma un giorno feriale in quello festivo, dove erano proibite le condanne a morte. Lo scrivere per terra, gesto ripetuto due volte, crea un tempo sacro, quasi magico. Un "non tempo", garantendo la "non condanna" della adultera. Così come passando attraverso due specchi piani l'immagine viene rimandata all'infinito e scompare uscendo dagli specchi, qui scompaiono gli accusatori e le parole scritte da Gesù. Cfr. ebook (amazon) di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.
RispondiEliminaGrazie per il commento: Trovo bella l'interpretazione di ERRI DE LUCA, ma non trova riscontro tra i migliori esegeti. Forse potremmo intendere questa interpretazione come se Gesù volesse dirci e ripetere: si fa in cielo più festa per un peccatore che si converte che per cento giusti. Dopo la conversione viene la festa, ma è una festa limitata all'evento salvifico, nulla a che vedere col comandamento di santificare le feste in modo particolare il sabato. Il sabato, giorno del Signore, a Lui dedicato per onorarlo, ringraziarlo, adorarlo.
RispondiEliminaCaro anonimo: Grazie anche per la citazione. Mi sarebe piaciuto chiamarti per nome, mi basta il tuo nome, che ti identifica e tu sai quanto importante fosse nel mondo antico e anche ebraico il nome attribuito al nascituro. Se dovessi leggermi, cita il tuo nome. Con affetto , enzo.