Carissimi Genitori, operatori di catechesi, catechisti
Questa è la prima di alcune
conversazioni che vorrei proporvi ogni tanto per stimolare in me e in voi delle
riflessioni per migliorare la nostra fede vissuta a livello personale e familiare: darò degli
spunti di riflessione da fare in famiglia, o da usare nei gruppi parrocchiali,
negli incontri con i genitori.
Ringrazio fin d’ora quanti leggendo questi appunti vogliano
dare dei suggerimenti, fare delle proposte anche sugli argomenti da trattare:
sono sicuro che ognuno di voi ne ha tanti.
Potete farlo commentando alla fine dell’articolo cliccando
sulla voce “commento” o “nessun commento", con una email ovvero telefonando al
numero 3383758534: vi garantisco che risponderò a tutti.
Catacombe cristiane a Roma: qui i primi cristiani si
riunivano per l'ascolto del Vangelo, per la preghiera.
Solo così, nascosti, potevano vivere la fraternità, il comandamento dell'amore.
Da qui molti sono andati incontro al martirio.
Domande, riflessioni in cerca
di una risposta
La Chiesa, noi tutti che formiamo il popolo di Dio, ha un
Padre, padre di tutti, nessuno escluso sia santo o peccatore: siamo una
comunità cristiana.
La comunità cristiana è come un grande organismo che è
presente in tutto il mondo: ognuno di noi ne è parte viva. Un gruppo, un
organismo, una comunità funziona se ogni sua parte contribuisce al suo funzionamento.
Ognuno di noi ha fatto almeno una volta nella sua vita
un’esperienza o più di vita cristiana, vita di fede: battesimo per i nostri
figli, la nostra prima comunione e cresima, anche il nostro matrimonio
felicemente celebrato, festeggiato e vissuto cristianamente.
Ognuno risponda sinceramente a se stesso:
-
Se crediamo veramente e fedelmente
-
Se ci siamo fatti una fede per conto
nostro
-
Se ci preoccupiamo di conoscere e
approfondire la nostra Fede
-
Se ci sentiamo dentro o ai margini della
comunità cristiana
-
Quanto incide la fede sulla nostra vita
di tutti i giorni: in noi, nella nostra famiglia, nel rapporto con gli altri
-
Partecipiamo alle attività della
parrocchia?
-
Preghiamo da soli o insieme in famiglia?
Sicuramente abbiamo celebrato il battesimo dei nostri figli
e ci prepariamo o lo stiamo facendo ad avviarli alla catechesi di iniziazione
cristiana in preparazione della prima comunione e della cresima.
Abbiamo mai pensato quale è stata la nostra esperienza? Che
ricordi abbiamo? I tempi di allora sono gli stessi di oggi o qualcosa è
cambiata? O siamo cambiati anche noi? Non è forse vero che i primi insegnamenti
cristiani li abbiamo ricevuti in famiglia? Abbiamo fatto lo stesso con i nostri
figli? Quale esempio abbiamo dato in modo che anche loro possano un domani
ricordarsi di noi come noi dei nostri genitori?
Forse questo è il momento che Dio attendeva per darci una
nuova opportunità, darci la mano per riprendere un nuovo cammino di fede, un
impegno educativo nuovo per i nostri figli.
Oggi viviamo una realtà differenziata e confusa:
- Molti genitori, pur
cristiani, sono indifferenti al problema della fede: in casa non parlano di Dio, non pregano, non vanno in
chiesa, si avvicinano alla comunità parrocchiale soltanto per chiedere servizi
religiosi per tradizione.
- Le separazioni coniugali, i divorzi, le convivenze sono
realtà che allontanano dalla pratica della fede
per motivi non compatibili con una vita etica cristiana
- Il catechismo tradizionale, anche se migliorato dopo il
Concilio vaticano secondo è concepito ancora in
modo tradizionale e impostato ad una situazione di fede diffusa per tradizione e non migliorata.
Oggi le cose sono profondamente cambiate. Continuare una
catechesi “ per la vita cristiana e per i sacramenti”, quando la fede stessa
non esiste o è molto povera, significa di rievocare un passato che non c’è più
con cui non si può costruire un mondo nuovo continuamente in trasformazione: è
come rattoppare un vestito nuovo con una stoffa vecchia.
C’è bisogno di creare un mondo nuovo con una fede rinnovata:
molti sacerdoti e catechisti sono confusi e scoraggiati, spesso anche loro
impreparati ad affrontare una nuova catechesi assieme ai genitori che spesso
invitati a collaborare non rispondono: hanno bisogno della vostra collaborazione.
Che fare?
Innanzi tutto c’è bisogno di
una presa di coscienza da parte della comunità, sacerdoti e laici, operatori
di catechesi, animatori, catechisti e famiglie, che abbiamo di fronte una massa
di battezzati poco evangelizzati da una parte,
e dall’altra poca formazione per una pastorale efficace per rispondere alle
sfide attuali e rispondere al futuro di una Chiesa rinnovata. Unirsi per
cercare delle vie nuove, creare nuove esperienze.
L’idea lanciata da Giovanni Paolo secondo che “la famiglia
precede, accompagna e arricchisce ogni altra forma di catechesi”spinge a
riflettere e a cercare modi nuovi per comunicare la fede: in queste situazioni
cresceranno le parrocchie che studiano, sperimentano e intraprendono strade
nuove, senza paura di sbagliare, senza paura di fallimenti. C’è bisogno di
rischiare, e se necessario andare controcorrente. Gesù ci direbbe: “ Non
abbiate paura, ci sono anch’io!”.
Protagonisti di questo modo nuovo di proporre una corretta evangelizzazione
saranno:
-
Le famiglie intese in senso ampio,
aprendo la possibilità di partecipazione anche alle famiglie “irregolari” e a
quelle in cui solo uno dei genitori è credente: Dio Padre non esclude nessuno!
-
I sacerdoti saranno la guida diretta o
indiretta di questo cammino solo se noi laici parteciperemo attivamente con
proposte concrete: da cristiani passivi passare a protagonisti.
-
I giovani che hanno bisogno solo di una
cosa: essere ascoltati! Il futuro è in loro mani, diamo loro lo spazio a cui
hanno diritto.
-
Ogni operatore di catechesi, i
catechisti, gli animatori dell’oratorio uniti in un impegno comune per il bene
di tutti: lottiamo contro l’individualismo, primo nemico della fede.
Prendiamo esempio da Papa Francesco che sta con la gente,
vuole stare in mezzo alla gente per
comunicare la sua vita di uomo giusto, la sua grande fede di vescovo e di Papa.
Una delle tante chiese di oggi dove si radunano i cristiani : tempi nuovi!
Nessun commento:
Posta un commento