Pakistan, i vescovi: il governo ci lascia soli
16 marzo 2015 da
L’AVVENIRE
Manifestazione
di protesta dei cristiani pachistani
Proteste
e preghiera, rabbia e lutto. All'indomani del duplice attentato compiuto da
kamikaze talebani in altrettante chiese di Lahore, che ha causato 15 morti e 78
feriti, la comunità cristiana pachistana
osserva oggi un giorno di lutto e dolore.
Anche i governi delle province di Punjab e Sindh, riferisce Dunya Tv, hanno decretato una giornata ufficiale di lutto invitando la popolazione a solidarizzare con le famiglie delle vittime. Tutte le scuole e le istituzioni cristiane sono rimaste chiuse, mentre è in atto un piano per rafforzare la sicurezza davanti a tutte le chiese del Paese dove sono previste funzioni funebri e di preghiera.
Proteste in parecchie città.
Anche i governi delle province di Punjab e Sindh, riferisce Dunya Tv, hanno decretato una giornata ufficiale di lutto invitando la popolazione a solidarizzare con le famiglie delle vittime. Tutte le scuole e le istituzioni cristiane sono rimaste chiuse, mentre è in atto un piano per rafforzare la sicurezza davanti a tutte le chiese del Paese dove sono previste funzioni funebri e di preghiera.
Proteste in parecchie città.
La polizia ha disperso una protesta di cristiani a Lahore,
caricando i dimostranti e lanciando gas lacrimogeni. Lo ha riferito il
portavoce della polizia, Nayab Haider, affermando che gli agenti "volevano
disperdere pacificamente i manifestanti e non hanno inizialmente fatto nulla".
Tuttavia, dopo che quattro dimostranti sono stati feriti da un'auto che li ha
investiti, la folla ha iniziato a lanciare pietre contro auto e case. Centinaia
di dimostranti sono scesi in piazza anche a Peshawar,
Faridabad, Multan, Quetta e a Karachi,
nel sud del paese, dove sono stati incendiati pneumatici per bloccare una via
di grande scorrimento.
I vescovi: no alle violenze, ma le autorità non ci proteggono.
I vescovi: no alle violenze, ma le autorità non ci proteggono.
La protezione fornita dalle autorità è stata
"minima", nonostante gli allarmi lanciati nei giorni scorsi per le
minacce ricevute dalle chiese e "gli agenti presenti al momento
dell'attacco erano occupati a guardare in tv la partita di cricket. Per questa
negligenza molti cristiani hanno perso la vita": lo afferma una nota della
Commissione "Giustizia e Pace" (Ncjp) della Conferenza episcopale del
Pakistan. Nel comunicato diffuso da Fides, l'organismo invita "il
governo ad adottare forti misure per proteggere le chiese e le minoranze
religiose in Pakistan", ricordando che "la comunità cristiana del
Pakistan è stata presa di mira dagli estremisti già in passato". Il
direttore nazionale della Commissione, p. Emmanuel Yousaf Mani, e il direttore
esecutivo, Cecil Chaudhry Shane, dichiarano in modo congiunto: "Chiediamo
che il governo provinciale e federale prenda provvedimenti seri per proteggere
le minoranze". Nella nota chiedono anche "ai fedeli di non reagire
con la violenza e di collaborare con forze di polizia nelle indagini".
Gli attentatori erano talebani.
Gli attentatori erano talebani.
I due attentatori
suicidi talebani appartenevano al Tehrek-e-Taliban Pakistan (Ttp)
Jamat-ul-Ahrar, che ha rivendicato l'attacco a sostegno dell'introduzione in
Pakistan della Sharia (legge islamica). I kamikaze si sono fatti esplodere
domenica mattina all'ingresso delle due chiese, vicine fra loro (la cattolica
St John's Church e la cristiana Christ Church) nel quartiere di
Youhanabad. Due agenti hanno perso la vita nel tentativo di fermarli.
Le parole
del Papa ieri all'Angelus.
«Con molto dolore, ho appreso degli attentati terroristici di oggi
contro due chiese nella città Lahore in Pakistan, che hanno provocato numerosi
morti e feriti. Sono chiese cristiane. I cristiani sono perseguitati. I nostri
fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani. Mentre assicuro la
mia preghiera per le vittime e per le loro famiglie, chiedo al Signore, imploro
dal Signore, fonte di ogni bene, il dono della pace e della concordia per quel
Paese. Che questa persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di
nascondere, finisca e ci sia la pace».
Pasqualina: Vincenzo io mi chiedo perché qualcuno è permesso tutto altri invece devono soccombere
RispondiEliminaRisposta:
Vincenzo Riili Cara Pasqualina, da quando il modo è mondo l'uomo è lupo per l'uomo. E vediamo l'uomo ingordo sopraffare il debole, l'uomo ricco che non si cura del povero, il superbo se la ride alle spalle dell'umile, un sacerdote che non si ferma ad aiutare un ferito e così via....Ma c'è un altro aspetto di confronto tra gli uomini: la religione. In modo particolare nei secoli è stata osteggiata la religione cristiana: dal regime romano in difesa dei loro tanti dei, e in particolare ai nostri giorni dal alcuni settori dell'Islam, in cui prevale come agli inizi, la diffusione dell'Islam anche con le armi. E in altre nazioni come per esempio in Cina per ideologia politica....Come vedi non si tratta di permessivismo ma di follia religiosa, che le nazioni vuoi per motivi politici, economici spesso non intervengono per sedare questi abusi.Spesso questi interventi hanno fatto più male che bene, vedi Iraq, Libia....Ancora due parole. Spesso sentiamo dire: perché Dio permette tutto questo? Dio ha forse sbagliato qualcosa creando l'uomo facendolo libero a sua immagine e somiglianza? Questa libertà che amiamo tanto spesso ci frega, allontanandoci da da quello che è stata la volontà di Dio: Ama il Signore Dio tuo con tutte le tue forze e il tuo prossimo come te stesso. Ma questo spesso lo dimencano i cristiani, lo ignorano le altre religioni.