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domenica 18 maggio 2014

Se il parroco non mi ascolta perché non ha tempo....


Vi chiedo, per favore, di importunare i pastori, 

di disturbare i pastori, tutti noi
 pastori”.

Spesso facciamo “chiacchiere”, per dirla alla Papa Francesco, a torto o ragione sui sacerdoti che esercitano il loro ministero nelle parrocchie. Sono chiacchiere che ognuno di noi le tira fuori da uno scontento e per diversi motivi. Il brutto di queste chiacchiere è che coinvolgiamo altri invece di importunare i ministri, i sacerdoti. Perché non importuniamo? Forse conosciamo troppo bene il nostro parroco e allora, tanto vale! Forse per mancanza di coraggio? O ancora per timidezza?

Pubblico queste parole di Papa Francesco dell’11 maggio scorso 2014 per risollevare il problema a livello personale, e di ognuno che leggerà questo posto. In modo particolare mi rivolgo a chi per qualsiasi motivo è impegnato in qualche modo nella propria parrocchia. In modo particolare ai catechisti/e e a chi è impegnato pastoralmente nei giovani, nelle famiglie…I problemi esistono e bisogna affrontarli per non peccare di indifferenza, omissione e carità: io considero questo “importunare” come un’opera di carità, di giustizia verso me stesso e verso gli altri. Abbiamo il diritto dovere di pretendere che la pastorale sia fatta bene. Inoltre sarebbe una collaborazione che da laici chiediamo e diamo.
E, possiamo chiederci, se questo importunare non funzionasse? Un gesto di umiltà, e una preghiera non farebbe male a nessuno.

Pensiamo: Ci sono piaciute le parole del Papa? A me tanto e a voi? E allora diamoci da fare….

 
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
L’evangelista Giovanni ci presenta, in questa IV domenica del tempo pasquale, l’immagine di Gesù Buon Pastore. Contemplando questa pagina del Vangelo, possiamo comprendere il tipo di rapporto che Gesù aveva con i suoi discepoli: un rapporto basato sulla tenerezza, sull’amore, sulla reciproca conoscenza e sulla promessa di un dono incommensurabile: «Io sono venuto – dice Gesù – perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Tale rapporto è il modello delle relazioni tra i cristiani e delle relazioni umane.

Molti anche oggi, come ai tempi di Gesù, si propongono come “pastori” delle nostre esistenze; ma solo il Risorto è il vero Pastore, che ci dà la vita in abbondanza. Invito tutti ad avere fiducia nel Signore che ci guida. Ma non solo ci guida: egli ci accompagna, cammina con noi. Ascoltiamo con mente e cuore aperti la sua Parola, per alimentare la nostra fede, illuminare la nostra coscienza e seguire gli insegnamenti del Vangelo.

In questa domenica preghiamo per i Pastori della Chiesa, per tutti i Vescovi, compreso il Vescovo di Roma, per tutti i sacerdoti, per tutti! In particolare preghiamo per i nuovi sacerdoti della Diocesi di Roma, che ho ordinato poco fa, nella Basilica di San Pietro. Un saluto a questi 13 sacerdoti!  Il Signore aiuti noi pastori ad essere sempre fedeli al Maestro e guide sagge e illuminate del popolo di Dio a noi affidato. Anche a voi, per favore, chiedo di aiutarci: aiutarci ad essere buoni pastori. 

Una volta ho letto una cosa bellissima di come il popolo di Dio aiuta i vescovi e i sacerdoti ad essere buoni pastori. E’ uno scritto di San Cesario di Arles, un padre dei primi secoli della Chiesa. Lui spiegava come il popolo di Dio deve aiutare il pastore, e faceva questo esempio: 
quando il vitellino ha fame va dalla mucca, dalla madre, a prendere il latte. La mucca, però, non lo dà subito: sembra che se lo trattenga per sé. E cosa fa il vitellino? Bussa col suo naso alla mammella della mucca, perché venga il latte. E’ bella l’immagine!

 “Così voi – dice questo santo – dovete essere con i pastori: bussare sempre alla loro porta, al loro cuore, perché vi diano il latte della dottrina, il latte della grazia e il latte della guida”. 

E vi chiedo, per favore, di importunare i pastori, di disturbare i pastori, tutti noi pastori, perché possiamo dare a voi il latte della grazia, della dottrina e della guida. Importunare! Pensate a quella bella immagine del vitellino, come importuna la mamma perché gli dia da mangiare.

Ad imitazione di Gesù, ogni Pastore «a volte si porrà davanti per indicare la strada e sostenere la speranza del popolo – il pastore deve essere avanti a volte – altre volte starà semplicemente in mezzo a tutti con la sua vicinanza semplice e misericordiosa, e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono rimasti indietro» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 31). 

Che tutti i Pastori siano così! Ma voi importunate i pastori, perché diano la guida della dottrina e della grazia.

In questa domenica ricorre la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Nel Messaggio di quest’anno ho ricordato che «ogni vocazione richiede in ogni caso un esodo da sé stessi per centrare la propria esistenza su Cristo e sul suo Vangelo». Per questo la chiamata a seguire Gesù è nello stesso tempo entusiasmante e impegnativa. Perché si realizzi, è necessario sempre entrare in profonda amicizia con il Signore per poter vivere di Lui e per Lui.

Preghiamo perché anche in questo tempo, tanti giovani sentano la voce del Signore, che ha sempre il rischio di venire come soffocata da tante altre voci. Preghiamo per i giovani: forse qui in Piazza c’è qualcuno che sente questa voce del Signore che lo chiama al sacerdozio; preghiamo per lui, se è qui, e per tutti i giovani che sono chiamati.







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