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martedì 8 luglio 2014

Lampedusa a un anno della visita di Papa Francesco

Attualità...


A un anno di distanza della visita di papa Francesco a Lampedusa, continuano le stragi nel mare, aumentano i soliti barconi con centinaia di uomini a bordo, si pensa a nuovi centri di accoglienza. Tutto questo fa male alla sensibilità umana e cristiana,ma non tutti la pensano così e Ci sarebbe da gridare ancora una volta: VERGOGNA!!

Vergogna Europa, ricca e opulenta, egoista e potente, ma impotente, insensibile alle sofferenze umane. Quando si indurisce il cuore, l’anima vola, non c’è più e questo vale per tutti credenti e non credenti: senza cuore, senza sensibilità per i fratelli diventiamo degli assassini.



Propongo alla sensibilità di tutti questo articolo di Lorena Bianchetti pubblicato in A SUA IMMAGINE


Visto da me


Per una cultura dell’incontro  di Lorena Bianchetti 



Un anno fa Papa Francesco visitava Lampedusa. Ricordo quel giorno: guardai la diretta

in televisione con un foglio in mano e una penna per seguire, anche professionalmente,

il suo discorso, ma le sue parole furono così dirompenti e tremendamente vere da non avere

bisogno di appunti per ricordarle.

 Arrivarono dritte, descrivendo con nome e cognome quella globalizzazione dell’indifferenza incapace di farci sentire l’altro. “La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri” e quelle bolle di sapone “che sono belle, ma non sono nulla, che sono l’illusione del futile, del provvisorio” ci hanno anestetizzato così tanto il cuore da farci girare dall’altra parte alla vista di un fratello mezzo morto sul ciglio della strada.



Non sappiamo più piangere per l’altro, non sappiamo ascoltare più il grido e il lamento dell’altro e spesso riusciamo, con ipocrisia, a liquidare la notizia al telegiornale della morte di un immigrato con l’espressione “poverino”.



La sofferenza dell’altro non è affare nostro e anzi distoglie dalla corsa malata a un potere

che vuole gongolare sempre più un narcisismo imperante piuttosto che servire. “Parole dure,

come cazzotti”, così definiva Gian Antonio Stella quanto detto da Papa Francesco all’indomani della visita a Lampedusa nell’editoriale del Corriere della sera.



 E quella richiesta di perdono ai morti nel mare è stato uno schiaffo alle coscienze di

chi deve collaborare perché il Mediterraneo, da culla di civiltà, non diventi un cimitero. Nessun

paese può affrontare il fenomeno migratorio da solo, serve collaborazione tra gli stati e i media che, come scrisse il papa nella giornata del rifugiato, sono chiamati a smascherare quegli

stereotipi che non informano correttamente.



Sono testimonial dell’Unhcr, (Alto commissariato Onu per i rifugiati), sento particolarmente questo argomento: tutte le persone che lasciano il proprio paese scappano dalla morte per cercare una nuova vita uccisa, quando va bene, dal pregiudizio, dall’indifferenza e dall’emarginazione.



A Lampedusa si lavora tanto, con il cuore, per accogliere questi fratelli ma la gente del

posto non può essere lasciata sola. Serve l’impegno di tutti per fare in modo che la

cultura dello scarto, prodotta dal relativismo caratterizzante questo nostro periodo storico,

sia ribaltata e trasformata nella cultura dell’incontro e dell’amore.
Lorena Bianchetti, giornalista e conduttrice televisiva

«Dov’è tuo fratello?», la voce del suo sangue grida fino a me, dice Dio. Questa non è una domanda rivolta ad altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi. Quei nostri fratelli e sorelle cercavano di uscire da situazioni difficili per trovare un po’ di serenità e di pace; cercavano un posto migliore per sé e per le loro famiglie, ma hanno trovato la morte. Quante volte coloro che cercano questo non trovano comprensione, non trovano accoglienza, non trovano solidarietà – e le loro voci salgono fino a Dio. E un’altra volta a voi, abitanti di Lampedusa, ringrazio per la solidarietà! Ho sentito recentemente uno di questi fratelli. Prima di arrivare qui, sono passati per le mani dei trafficanti, quelli che sfruttano la povertà degli altri; queste persone per le quali la povertà degli altri è una fonte di guadagno. Quanto hanno sofferto. E alcuni non sono riusciti ad arrivare.

«Dov’è tuo fratello?» Chi è il responsabile di questo sangue?
 DAL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO A LAMPEDUSA





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