La
nascita del sole di
János
Pilinszky, poeta cattolico, molto religioso, che ha conosciuto
l’esperienza dei lager, che dovette rimanere in silenzio, con il
solo permesso di scrivere favole).
Per
molto tempo solo le stelle abitavano nell’alto dei cieli.
Il
mondo portava l’abito di lutto.
La
terra camminava in solitudine in queste tenebre,
solo
i vicini conversavano gli uni con gli altri,
e
spesso intorpidivano o si addormentavano cadendo in sonno profondo.
Gli
animali non si conoscevano, le nuvole giravano senza senso,
i
fiori non vedevano l’abito e i colori degli altri fiori.
Le
piogge non sapevano dove cadevano.
Un
giorno molte delle stelle decisero di unirsi
per
creare con i loro bagliori una grande, splendida luce.
Si
misero in cammino tante stelle le une verso le altre.
Da
mille direzioni, per mille strade,
mille
stelle si avviarono dall’orlo delle tenebre
per
dare origine a uno splendore comune
al
centro del firmamento vuoto come l’abisso.
Dovettero
fare un lungo viaggio
sul
nero firmamento,
ma
finalmente con grande felicità
tutte
le mille stelle si fusero
in
una grande, splendida, unica luce.
Nacque
così il sole,
il
focolare comune di mille stelle
e
così cominciò la prima grande festa della luce.
Fu
una vera festa!
La
festa del primo giorno vero.
Arrivavano
gli ospiti al banchetto
attorno
alla grandiosa tavola rotonda della luce, mai vista prima.
Prima
di tutti arrivò l’aria insieme con il firmamento vecchio
portando
un manto lungo leggero.
Il
terzo ospite illustre fu il mare,
le
sue onde suonarono come una salva.
Poi
vennero i grandi boschi, gli alberi
in
mantelli verdi di foglie,
la
famiglia dei fiori, silenziosi ma di bellissimi colori.
Poi
gli animali: i veloci cavalli, i fedeli cani, i forti leoni…
chi
potrebbe annoverare tutti?
Al
culmine della festa
arrivò
una coppia bella:
un
giovane e una giovane,
come
la coppia regale del banchetto,
benché
arrivassero ultimi, si sedettero a capotavola,
gli
altri invitati gioirono.
Tutti
si sentivano figli del sole del mezzogiorno, prediletti
nel regno appena nato del firmamento splendido.
nel
palazzo di cristallo del sole,
altre
piccole ombre la seguirono.
All’inizio
nessuno si curò di loro,
ma
arrivavano sempre di più,
si
mischiavano tra gli ospiti,
e
ad un certo punto fece quasi buio.
Il
sole neonato cominciò a spegnersi.
Gli
ospiti si spaventarono, e tutti fuggirono dal banchetto.
La
giovane coppia umana rimase sola nella notte che
diventava sempre più oscura.
Ma
il ragazzo non si spaventò nel suo cuore,
abbracciando
il suo amore parlò al mondo:
“Non
temete, mari e fiori,
non
temete animali ed erbe!
Il
sole non è morto, solo riposa
per
sorgere domani di nuovo con una forza rinnovata.”
Ma
durante questa prima notte nessuno dormiva,
né
erba, né albero, né vento, né mare.
Tutti
aspettarono se sarebbe stata vera la promessa del loro giovane re
sul
ritorno del sole.
E
quando al mattino la luce si svegliò nella sala di cristallo
del
suo palazzo, la accolse un giubilo più grande del primo giorno.
Perché
allora tutto il mondo seppe:
la
notte è sempre solo un sogno,
dopo
il sogno arriva però la splendida realtà della luce.
(János
Pilinszky, poeta cattolico, molto religioso, che ha conosciuto
l’esperienza dei lager, che dovette rimanere in silenzio, con il
solo permesso di scrivere favole).
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