Chi e cosa annunciare
Seconda parte/ operatore di catechesi/1
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“ Io li traevo con
legami di bontà
Con vincoli d’amore:
ero per loro come chi
solleva un bimbo alla sua guancia;
mi chinavo su di lui
per dargli da mangiare”
(Osea 11,4)
Chi e cosa annunciare
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Gesù, la parola di Dio
fattasi uomo:
è lui che plasma la nostra
vita,
la riempie e ne diventa la
ragione
attraverso la conoscenza,
l’interiorità del suo
messaggio,
la docilità della fede
attraverso l’amore.
“ Evangelizzare Gesù significa
anzitutto presentarlo nella sua esistenza concreta e nel suo messaggio, quale
fu trasmesso dagli Apostoli e dalle prime comunità cristiane. Egli appare come
“l’Uomo perfetto”, che “ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente
d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo”. “Nessun uomo
ha mai parlato come parla costui”, con autorità, con libertà e dolcezza,
indicando le vie dell’amore, della giustizia, della sincerità. Nessuno ha
parlato agli uomini del mistero di Dio, come Lui, rendendo ad essi possibile
un’alta esperienza del Padre, che è nel segreto e vede nel segreto, che è
pronto alla misericordia. (Rinnovamento
della catechesi, 59)
Presentare Gesù
nella sua esistenza concreta e nel suo messaggio
I vangeli sono la storia e la vita di Gesù: in essi
troviamo l’insegnamento per la nostra vita cristiana nella Parola e
contemporaneamente l’esempio dell’uomo-Dio. Non possiamo insegnare ad altri
senza una conoscenza dei vangeli, senza possedere un discernimento dei messaggi
che ci arrivano, senza avere fatti nostri i sentimenti di Gesù.
Pertanto:
- E’ necessario
l’ascolto: “Le parole non sono tutte uguali, come le voci che esistono
dentro di noi. Tra loro c’è una regina: la Parola. La parola è
luce, pane, illumina, riscalda, nutre. Se l’accogli dissipa la tua oscurità. Ti
dice chi sei, cosa fare, dove andare” (Bollettino
salesiano febbraio 2010, Carlo Cattaneo.CI CREDO)
- Nutrirsi è
d’obbligo: la lettura. Al Libro, la
Bibbia, come alla terra, chiediamo un supplemento di vita, un
duplicato di identità. La lettura è speculare. Quando non sei felice, chiedi al
testo davanti a te di dartela. Quando non hai amore, chiedi amore.
- Confrontarsi:
è consegnarsi come fa il seme con la terra. “Per un giovane in cammino è pane
avere un sacerdote saggio come guida. Il seme non è l’albero. Il seme deve
accettare la sfida del terreno, deve scomparire e vivere nell’oscurità. Ha
fiducia che dalla sua morte, nascerà qualcosa” ( idem).)
Gesù attende la risposta della nostra parola alla sua
Parola, la parola che abbiamo assorbito, la vita che lui ha vissuto tra noi, ha
dato per noi.
Presentare Gesù
quale fu trasmesso dagli apostoli e dalle prime comunità cristiane
I
Padri della Chiesa, nelle loro catechesi, fanno ampi riferimenti all’Antico e
Nuovo Testamento: In questo modo da una parte si afferma che le promesse del
Primo Testamento trovano attuazione nel Secondo, dall’altra che c’è un’unica
storia di salvezza. Il primo trova compimento nel secondo, ma anche il Nuovo è
illuminato dall’Antico. Il costante riferimento alle Scritture fa conoscere il
Volto di Dio, suscita una risposta di fede, rende partecipi alla storia della
salvezza; la preghiera ci fa desiderare, ci spinge a cercare il Volto di Dio.
Durante
la nostra catechesi bisogna annunciare la salvezza, fare risuonare la
Parola come primo annuncio.
Gradualmente esporre una rielaborazione dei fatti, non
citare letteralmente, sottolineando la portata salvifica. Gli eventi
dell’antico testamento, i personaggi devono man mano trovare significato e
piena attuazione in Cristo e nella chiesa. Il racconto dei fatti deve
evidenziare l’amore di Dio per gli uomini e la risposta degli uomini all’amore
di Dio: in sintesi rivivere la nostra storia che arriva da molto lontano.
“ Quando si tratta dei santi e divini misteri della fede,
non bisogna presentarne neppure la minima particella senza l’appoggio delle
Sacre Scritture”. ( Cirillo di
Gerusalemme)
In
questo modo la catechesi è un servizio alla Parola che segue il primo annuncio,
accompagna nella crescita, rafforza la maturità cristiana.
“
Eri chiamato catecumeno ed eri come avvolto da un suono che riecheggiava
esternamente; udivi la
Scrittura, ma senza comprenderne la profondità. Quel suono
ora, che sei accolto tra gli illuminandi, non ti avvolge più, ma riecheggia
dentro di te, perché lo Spirito, dimorando in te, fa della sua mente una dimora
divina” (Cirillo di Gerusalemme).
Gesù uomo si presenta come Maestro e modello: la sua
umanità vissuta nella gioia e nella sofferenza, nella morte.
“La
catechesi deve introdurre i credenti nella pienezza dell’umanità di Cristo, per
farli entrare nella pienezza della sua divinità. Lo può fare in molti modi, muovendo
da premesse e da esperienze diverse, seguendo metodi diversi, secondo l’età, le
attitudini, la cultura, la problematica, le angosce e le speranze di chi
ascolta.
La catechesi mette
particolarmente in luce i lineamenti della personalità di Gesù Cristo, che
meglio lo rivelano all’uomo del nostro tempo: la sua squisita attenzione alla sofferenza
umana, la povertà della sua vita, il suo amore per i poveri, i malati, i
peccatori, la sua capacità di scrutare i cuori, la sua lotta contro la
doppiezza farisaica, il Suo fascino di capo e di amico, la potenza
capovolgitrice del suo messaggio, la sua professione di pace e di servizio, la
sua obbedienza alla volontà del Padre, il carattere profondamente Spirituale
della sua religiosità.
In questa presentazione di Gesù Cristo, non si lasci mai
pensare che Egli è Soltanto l’uomo, per quanto perfetto: sempre si dia risalto
agli inquietanti interrogativi, che hanno una risposta esauriente solo nella
scoperta e nell’accoglimento della sua divinità” (Rinnovamento della catechesi 60).
Il vangelo fu annunciato all’uomo: Gesù ha per ognuno una
parola di salvezza, conforto, speranza, amore. Seguendo Gesù si diventa uomo
giusto.
“Chiunque segue Cristo, l’Uomo perfetto, si fa lui pure
più uomo” Questa catechesi su Cristo è già una prima risposta ai problemi
umani, anche per coloro che non hanno il dono della fede. Essa poi vuole
abilitare i credenti a riferirsi costantemente alla vita e alla parola di
Cristo, nel quale trovano la pienezza di ogni grazia e verità” (Rinnovamento della catechesi, 61.
Gesù, Figlio di Dio ci chiama all’amore divino per
avvicinarci alla sua divinità.
Annunciare che Gesù è
risuscitato
Se Cristo non è
risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati…” (1 Cor
15,14.)
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“L’annuncio più
completo e possente, che contiene ogni altra verità su Gesù Cristo, è quello
sempre proclamato dagli Apostoli: “Questo Gesù, Dio lo ha veramente
risuscitato, e noi tutti ne siamo testimoni”. È la pasqua di Cristo: essa
riprende e compie la pasqua del vecchio testamento; costituisce il centro
dell’economia di salvezza del nuovo testamento, fondamento della Chiesa,
primizia delle nuove terre e dei nuovi cieli” (Rinnovamento della catechesi, 67).
Annunciare
Gesù e la sua Chiesa
Ognuno vive in una piccola chiesa, la parrocchia, in
armonia con il proprio vescovo senza il quale non esisterebbe la nostra piccola
chiesa. Tutte queste “piccole chiese” vivono in unione con il papa successore
di Pietro.
“Nelle diocesi e nelle parrocchie sono attive tante
aggregazioni ecclesiali: associazioni e movimenti, gruppi e confraternite,
(animatori e catechisti)…i fedeli di ogni età e condizione sperimentano la
ricchezza di autentiche relazioni fraterne; si formano all’ascolto della Parola
e al discernimento comunitario; maturano la capacità di testimoniare con
efficacia il Vangelo nella società” (idem
43).
Dalla lettera a Diogneto, attribuita al papa San Clemente, secondo secolo
d.c., una testimonianza delle chiese dei primi secoli:“1. Non dico stranezze né cerco il falso, ma, divenuto discepolo degli apostoli, divento maestro delle genti e trasmetto in maniera degna le cose tramandate a quelli che si son fatti discepoli della verità.
2. Chi infatti, rettamente istruito e fattosi amico del Verbo, non cerca di imparare saggiamente le cose che dal Verbo furono chiaramente mostrate ai discepoli? Non apparve ad essi il Verbo, manifestandosi e parlando liberamente, quando dagli increduli non fu compreso, ma guidando i discepoli che, da lui ritenuti fedeli, conobbero i misteri del Padre?
3. Egli mandò il Verbo come sua grazia, perché si manifestasse al mondo. Disprezzato dal popolo, annunziato dagli apostoli, fu creduto dai pagani.
4. Egli fin dal principio apparve nuovo ed era antico, e ognora diviene nuovo nei cuori dei fedeli.
5. Egli eterno, in eterno viene considerato figlio. Per mezzo suo la Chiesa si arricchisce e la grazia diffondendosi nei fedeli si moltiplica. Essa ispira saggezza, svela i misteri, preannuncia i tempi, si rallegra per i fedeli, si dona a quelli che la cercano, senza infrangere i giuramenti della fede né oltrepassare i limiti dei padri.
6. Si celebra poi il timore della legge, si riconosce la grazia dei profeti, si conserva la fede dei Vangeli, si conserva la tradizione degli apostoli e la grazia della Chiesa esulta.
7. Non contristando tale grazia, saprai ciò che il Verbo dice per mezzo di quelli che vuole, quando vuole.
8. Per amore delle cose rivelateci vi facciamo partecipi di tutto quanto; per la volontà del Verbo che lo ordina, fummo spinti a parlare con zelo”.
Per mezzo di Gesù la Chiesa si arricchisce mediante l’ascolto della Parola, i sacramenti, in modo particolare l’Eucaristia, la liturgia in cui cantiamo le lodi del Signore e ci sentiamo fratelli animati dall’amore di Dio e delle sue promesse.
Cristiani non si nasce, si diventa. “Ciascuno di noi è una persona libera: Cristo non vuole schiavi, ma amici. Il sacramento ci fa diventare cristiani se noi vogliamo diventarlo: non è un rito magico. Riceverli bene significa in primo luogo con quella radicale disponibilità a lasciarsi trasformare da Cristo in lui stesso; questo significa riceverli con fede. Il sacramento quindi presuppone la fede, la quale va nutrita dalla Parola di Dio: scritta nel libro sacro e predicata dai ministri della Parola” (Carlo Caffarra).
“La fede non può nascere e svilupparsi semplicemente come auto-maturazione o auto-formazione dell’uomo ( Card. Bagnasco): è in Cristo attraverso la Chiesa che viene offerta e donata all’uomo. Non è sufficiente la libertà per raggiungere la fede, anzi è piuttosto l’incontro con la fede a generare la libertà, come dice il Signore: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32).
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