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martedì 7 aprile 2015

Non possiamo impegnarci in ciò che il nostro parroco ci chiede”.



Genitori: Che cosa vi chiede la vostra parrocchia quando presentate i vostri figli per il catechismo?



- Lettera del vescovo di Pinerolo ai genitori , educatori nel cammino dell’Iniziazione Cristiana dei figli
 Terza parte:
 
Come vedete non è possibile educare i figli nella fede senza un serio coinvolgimento dei genitori:
senza mamma e papà non c’è catechesi o, comunque, si tratta di una catechesi zoppa, perché
priva di una parte fondamentale. Non basta la comunità cristiana, occorre la famiglia. Tra
la parrocchia e la famiglia si deve stabilire un’autentica “alleanza educativa”.

Non so se è il vostro caso, ma ho già incontrato numerosi genitori a cui interessa solamente la data
della Prima Comunione e della Cresima. Trovano troppo pesante, forse perché non comprendono,
quello che il parroco propone loro, soprattutto il coinvolgimento nel cammino educativo dei figli.
Vengono anche da me a lamentarsi. Ciò che chiede il vostro parroco, anzi la Chiesa attraverso di lui, non è una pretesa arbitraria. Egli ha il dovere di aiutarvi a rendervi conto che, desiderando
ricevere i sacramenti, voi chiedete molto di più, domandate che i vostri figli siano introdotti
nella comunità cristiana ed entrino in un vero rapporto con Gesù Cristo.


Essi diventano membra del suo Corpo; sono come tralci uniti alla Vite; sono come pietre vive che formano un bell’edificio, di cui Lui è la pietra angolare.
Per questo voi siete chiamati a svolgere un ruolo primario nella educazione della fede dei vostri
figli; compito che non potete delegare né demandare ad altri. Chiedendo il Battesimo per i vostri
figli, vi siete impegnati a educarli cristianamente.

Forse qualcuno di voi mi dirà: “È difficile fare questo. Mi sono allontanato dalla Chiesa da parecchio tempo. Che cosa posso dire ai miei figli?”
Oppure: “L’orario di lavoro è stressante. Il tempo libero è poco. Non possiamo impegnarci in ciò che il nostro parroco ci chiede”.

Innanzitutto non dovete scoraggiarvi. L’esperienza mi dice che molti genitori hanno riscoperto
la fede facendo un cammino con i loro figli. Spesso pensavano alla Chiesa come ad una grande istituzione lontana dai problemi della gente. Ora si accorgono che è come una casa dalle porte sempre aperte per tutti. Hanno capito che la vita della parrocchia è fatta di vicinanza, condivisione, amicizia e solidarietà.

Spero sia così anche per voi. Nel momento in cui vi incontrate con il vostro parroco per “iscrivere” il vostro bambino a catechismo potete manifestare a lui le vostre difficoltà, anche quelle relative al vostro orario di lavoro. Con buona volontà si possono trovare soluzioni soddisfacenti.
Ciò che è importante è giungere a comprendere e rispettare il senso vero e profondo che è sotteso
alla richiesta del sacramento. Questo avviene se c’è un significativo impegno da parte vostra nell’aiutare il vostro bambino a fare esperienza di vita cristiana, mettendovi in gioco e accompagnandolo nella bella scoperta di essere discepolo e amico di Gesù
.

Diversi genitori, prima titubanti ma poi convinti della necessità di accompagnare il cammino di
fede dei loro figli, sono diventati entusiasti protagonisti di questo nuovo modo di fare catechismo, rendendosi sempre più presenti in parrocchia ed allacciando belle amicizie con altre famiglie, e vivendo poi con queste momenti di riflessione e di approfondimento.

La fede, come aria che si respira e pane che nutre

• I catechisti, insieme al parroco, si mettono al vostro fianco per condividere le vostre stesse speranze e difficoltà nel vivere la parola del Vangelo.
Vogliono soprattutto essere partecipi delle vostre attese perché sta loro a cuore la crescita umana e
cristiana dei vostri figli. Ma non dovete dimenticare che siete voi “i primi maestri della fede”.

Comprendete, dunque, che la catechesi rinnovata chiede non solo di partecipare ad alcune iniziative
organizzate dalla parrocchia; sarebbe già una bella cosa, ma certamente non sufficiente. La catechesi, lo abbiamo ormai imparato, non è solo comunicazione di nozioni, ma soprattutto esperienza di vita. Nessuno meglio di voi, mamma e papà, può dare ai vostri figli un’impronta che
rimane nel tempo. Essi sono come cera molle che può essere plasmata comunicando valori per educarli alla vita buona del Vangelo.

Se mi domandate: “Come si trasmette la fede?” Vi rispondo così: “Si respira in casa dal vostro modo di vivere e diventa nutrimento, come buon pane casareccio, attraverso i vostri esempi”. Un tempo bastava il catechismo fatto con periodiche lezioncine, oggi non è più così.
In tante famiglie la fede è come un vestito che si mette solo in alcune circostanze e poi si toglie e si
ripone nell’armadio. Non serve a nulla, né incide nella vita. Bisogna ritornare a far diventare la fede
– prendo a prestito due parole del Vangelo – luce che illumina e sale che da sapore. Son sicuro che
accompagnando i vostri figli nella scoperta di Gesù e della sua Parola gusterete anche voi con loro,
come se fosse la prima volta, la gioia di essere cristiani.

La vostra casa come una “piccola chiesa”

• Nella catechesi, i vostri figli imparano ad ascoltare la Parola di Dio perché la Bibbia è il “Libro”
per eccellenza, non è un sussidio. Si diventa Cristiani ascoltando e mettendo in pratica la Parola
contenuta in questo Libro. Ma è soprattutto in casa che i ragazzi possono vedere la Parola testimoniata nelle vostre quotidiane scelte di vita.

Giovanni Paolo II, che il 1° maggio sarà dichiarato beato, affermava che l’esempio offerto in famiglia precede, accompagna ed arricchisce ogni altra forma di catechesi. Sono parole forti ed impegnative.
Per questo, oggi, si sente molto l’esigenza di passare, soprattutto con i più piccoli, da una catechesi
gestita da “esperti” a una catechesi sviluppata dalla famiglia stessa.
È in casa con voi che i vostri bambini devono fare la prima esperienza di preghiera: il segno della
croce, le orazioni del mattino e della sera, il Padre Nostro, l’Ave Maria; vedere la presenza di qualche simbolo di fede, come il crocifisso, l’immagine della Vergine Maria e di qualche Santo...

Molto importante è il modo con cui voi vivete la domenica e le feste cristiane. È un tempo reso
gioioso dall’incontro con il Signore nella celebrazione della Messa e dallo stare insieme tra di voi,
con i vostri anziani e i vicini, andando a visitare qualche persona malata, impegnandovi in qualche
gesto di solidarietà. In questo contesto diventa facile e credibile avviare i piccoli al senso dell’accoglienza, della condivisione e del perdono.



Passo dopo passo

• Per far passare e maturare in tutti queste idee e per concretizzarle in un progetto condiviso e
realizzabile è necessario che genitori, parroco e catechisti si incontrino per un dialogo ed
un confronto reciproco e stimolante. Solo incontrandosi, parlando, discutendo, presentando
iniziative ed esperienze, si cresce insieme e voi genitori potete essere non solo collaborativi, ma
anche inventivi e fantasiosi nelle vostre proposte.

Naturalmente occorre essere realisti. Gli incontri devono essere compatibili con gli impegni di lavoro. L’esperienza però dimostra che è possibile accordarsi su alcune date per periodici incontri prolungati, come il pomeriggio di un fine settimana.

Accanto all’approfondimento di temi educativi e di fede, si possono prevedere momenti di scambio, di esperienze, di gioco per i bambini, una merenda insieme…

Un saluto e un augurio

• Vi ho tracciato brevemente, in questa lettera, quello che è il cammino di Iniziazione Cristiana,
cioè la gioia di comunicare il Vangelo ai vostri figli. Per voi genitori, questo è il tempo della semina, un segmento di vita ricco di speranza.
Questo percorso di catechesi è un po’ diverso da quello che avete fatto voi. È certamente più impegnativo.

D’altronde, lo ribadisco, non è possibile educare i vostri figli nella fede senza di voi.
Si comincerà gradualmente, con la catechesi alle famiglie che hanno bambini da zero a sei anni. È questo il primo passo che vogliamo fare. Poi, si proseguirà ponendo molta attenzione alla sperimentazione che si fa in altre diocesi italiane.

Intanto vi invito ad essere sempre più presenti nella vita della vostra parrocchia, a lasciarvi coinvolgere nelle sue iniziative e nelle sue attività.
Ricordatevi: la parrocchia è come una famiglia formata da tante famiglie. Anzi, la parrocchia è la
vostra famiglia!
Vi saluto consegnando a voi questa esortazione che l’apostolo Paolo rivolgeva alle famiglie cristianedella città di Efeso circa l’educazione dei figli: “Fateli crescere… negli insegnamenti
del Signore” (Ef 6,4).


X Pier Giorgio Debernardi
Pinerolo, 25 marzo 2011
Festa dell’Annunciazione del Signore

2 commenti:

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