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mercoledì 9 gennaio 2013

Chiamati ad annunciare oggi Gesù ignorato!





“ In ogni epoca il Signore si affida a qualche coraggioso, capace o meno, a qualcuno che non pensa a se stesso, che non bada a se stesso ma va, senza sapere dove, guidato dal Signore".



San Paolo, scrivendo ai Romani, si domanda, ci domanda:



“Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.

Ora come invocheranno colui nel quale non hanno potuto credere?

Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?

Come ne sentiranno senza qualcuno che lo annunci?

E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?

Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!”. (Rom 10,13-15)



Chiunque: tutti gli uomini devono arrivare ad invocare il nome del Signore. L’amore di Dio è rivolto ad ogni uomo, tutti hanno il diritto-dovere di credere nel suo amore attraverso l’annuncio di coloro che sono stati inviati: gli apostoli e i discepoli che per primi hanno ricevuto il messaggio direttamente da Gesù e tutti coloro che nel tempo sono stati o saranno chiamati ed inviati ad annunciare il Vangelo.



L’annuncio: cosa o chi annunciare?

Anche per questa domanda ci risponde l’apostolo Paolo: “ Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo Crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza con molto timore e trepidazione” ( 1 Cor 2,1-3.)



L’annuncio del mistero di Dio per mezzo di Gesù Cristo, e Cristo Crocifisso: mistero per tutto quanto non ci è stato rivelato, mistero perché la nostra mente non può comprendere, mistero che, se conosciuto, escluderebbe la nostra libertà, mistero a noi rivelato solo in parte attraverso gli interventi di Dio nella storia e per ultimo da Gesù, figlio di Dio fatto uomo.

Il mistero di Dio in Gesù Cristo e Cristo crocifisso, ecco l’annuncio. Gesù, ultimo dei profeti, figlio di Dio, completa tutte le rivelazioni precedenti. Rivelazioni che possiamo riassumere nella rivelazione del comandamento dell’amore, (Dio è amore e vuole essere amato), e nella rivelazione della Croce ( l’amico disposto a dare la propria vita per l’amico).



Inviati



 Ogni cristiano é chiamato a diffondere queste due realtà, Dio Amore e Gesù Crocifisso, con molto timore e trepidazione, con rispetto, con religiosità, sapendo di dover consegnare, trasmettere con la propria vita qualcosa di importante, prezioso, sacro, essere lui stesso manifestazione vivente dell’amore di Dio e delle sofferenze di Gesù. Ogni cristiano è un testimone di Gesù.



Dio ha sempre scelto nella sua pedagogia divina degli uomini che si facessero portatori della sua volontà salvifica iniziando con Abramo, Isacco, Giacobbe e poi con Mosè e i profeti.

 Gesù chiama gli Apostoli e i suoi discepoli e successivamente i vescovi e i loro collaboratori, per “piantare e irrigare”. Collaboratori vuol dire lavorare con, assieme: diversi ministeri ma tutti partecipi responsabili all’azione di redenzione voluta da Gesù.



Uomini con tutte le debolezze della natura umana che confidano nell’aiuto divino, consapevoli che da soli non farebbero molta strada.

Uomini attenti all’amore di Dio e pronti ad amare, a servire, a rispettare la libertà degli altri, pronti all’ascolto, felici per le scelte buone degli altri, lieti nel cedere il passo ad altri e di collaborare umilmente per costruire il Regno dei cieli.



 “ Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo”.  (1Cor 3,10-12)



 “ Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio e voi siete il campo di Dio, edificio di Dio” (1 Cor 3,8-9.)



I catechisti, gli operatori di catechesi vengono ad inserirsi tra i collaboratori di Dio assieme ai vescovi e sacerdoti, ai genitori; sono coloro che “irrigano” e fanno crescere l’edificio di Dio, rendono fruttuoso e bello il campo di Dio, secondo lo stile di Gesù.

Il catechista possiede “l’amore di Dio e da lui è spinto” (2Cor 5,14) . “ In nome di Cristo siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta” (2Cor 5,20); per lui “il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (Fil 1,21).



Mai dire: è difficile



Il catechista, operatore pastorale, è uno che si scopre dentro il progetto di Dio e dà la sua disponibilità a seguirlo, si sente mandato ad annunciare l’amore di Dio, agisce nella comunità e per la comunità e in essa verifica e confronta costantemente la sua azione pastorale.



“ Voi catechisti siete i narratori delle mirabili opere di Dio che affascinano gli altri con la passione e l’entusiasmo con cui comunicano la loro viva esperienza del Dio vivente, dell’incontro con Gesù Cristo e con le verità rivelate da lui alla sua Chiesa” (Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino in “ Chi fa catechesi ha bisogno di catechesi”).



“ In ogni epoca il Signore si affida a qualche coraggioso, capace o meno, a qualcuno che non pensa a se stesso, che non bada a se stesso ma va, senza sapere dove, guidato dal Signore. Il Signore espande il suo amore proprio attraverso quest’uomo o questa donna che accettano di andare.

La nostra epoca difficile ha bisogno di persone semplici, caparbie, che forse hanno capito meno di altre, ma che hanno permesso al Signore di entrare nel loro cuore, si sono fidate e sono andate”. ( Ernesto Olivero in “Il lungo cammino verso Dio”).



Forse tutte queste parole sembrano una bella teoria a cui far seguire una pratica sarà considerato da qualcuno difficile in un mondo impossibile perché scristianizzato, con poca fede e sempre più lontano.



Chi erano gli apostoli e i discepoli di Gesù? Poveri uomini comuni, poco istruiti. Ebrei che sì aspettavano un messia, ma diverso, uno che li avrebbe liberati dal dominio straniero. Uomini, nonostante i prodigi di Gesù, i segni della sua divinità, hanno avuto bisogno per credere e buttarsi nell’avventura evangelica parecchio tempo con la venuta dello Spirito Santo il giorno della Pentecoste.



Erano stati chiamati da Gesù come oggi ogni operatore di catechesi. Non siamo noi che scegliamo Gesù, ma è Lui che sceglie chi vuole, ed è sempre Lui che ha promesso assistenza, che non ci lascerà mai soli: lo Spirito Santo assiste la Chiesa fino alla fine dei secoli.

“ Lo Spirito Santo forma il cristiano secondo i sentimenti di Cristo, guida alla verità tutta intera, illumina le menti, infonde l’amore nei cuori, fortifica i corpi deboli, apre alla conoscenza del Padre e del Figlio, e dà a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità” ( Ed. alla vita buona del vangelo, 22.)



Il catechista è uomo di fede e di speranza: la fede che abbiamo ricevuto gratuitamente ha bisogno della nostra fiducia, di tutta la nostra fiducia in Gesù unita ad una speranza che “ crede contro ogni speranza” e alla carità, amore di Dio che non delude mai: solo così potremo contribuire alla crescita spirituale delle nuove generazioni.

Camminiamo tutti su una grande barca: guai a vedere il “fantasma” nella notte e nella tempesta come gli apostoli: Lui, Gesù ci aiuterà a superare gli ostacoli.






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