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sabato 12 gennaio 2013

Sei stato/a chiamato/a ad annunciare Gesù



Hai ricevuto un invito speciale e hai detto di sì



Hai risposto alla chiamata del parroco, hai detto di sì, vuoi essere catechista, annunciare il vangelo.



Hai la gioia dentro il cuore, tremi un po’! Sai che hai ricevuto una chiamata particolare.



Da oggi hai davanti a te:

-          una comunità, dei ragazzi e le loro famiglie con cui collaborare e fare i conti;

-          dei collaboratori, dei colleghi, il parroco;



ti aspetta un futuro da scoprire, devi superare la sorpresa e sorprendere.






Accettando il compito, rispondendo ad una chiamata, si compie un gesto importante: si risponde ad un invito del Signore a svolgere un servizio nella comunità ecclesiale, un servizio con fede e generosità. Vuol dire comprendere l’importanza di comunicare alle nuove generazioni, si tratta di bambini e ragazzi, la fede in Dio, essere un testimone nella comunità.



Non correre! Impara a camminare!



Il nuovo compito colloca l’operatore di catechesi in un posto di responsabilità. Da questa posizione bisogna dare continuamente uno sguardo attorno a noi: vuol dire conoscere quella parte di mondo che ci è stata affidata, un mondo in continua trasformazione, per non rimanere spaesati di fronte ad un inspiegabile imprevisto, e guai avere nostalgie del passato. Cambiano i mezzi di comunicazione, cambia il modo di essere e di volere, cambiano le famiglie, cambiamo noi stessi…

Un dialogo, un confronto continuo s’impone con questo mondo e soprattutto con i ragazzi, con gli altri catechisti, con i genitori coinvolgendo tutti nel cammino di fede, non indottrinamento dunque. Questo vuol dire sottomettersi ad un continuo rinnovamento, continuare la propria formazione umana e religiosa, diventare specialista della parola e dell’amore.

              

Cambiamento



Dal primo incontro col parroco e con gli altri operatori e successivamente con i ragazzi, capita che ci si senta diversi, non più come prima. Si avverte la responsabilità, la gioia, il bisogno di pregare, e anche perplessità, dubbio, un senso di debolezza: ce la farò?

Ci si guarda dentro e ci si interroga, cerchiamo delle soluzioni che non sappiamo se saranno quelle giuste, affidiamo al futuro prossimo le certezze presenti e future.



Il catechista, l’operatore di catechesi, supererà questi dubbi se:



- prima di tutto sarà una persona innamorata di Gesù e disposta a dare il meglio di se stesso per comunicare la stessa fede che appassiona la sua vita.



- sa misurarsi con le proprie capacità e doti, rinnovandosi, se occorre, con tentativi nuovi con lo scopo di coinvolgere i ragazzi della sua passione e coinvolgerli prendendosi cura di ogni ragazzo.



- sa andare oltre la catechesi coinvolgendo tutta la persona, partendo dal vissuto per rileggere, animare, far rivivere l’esistenza umana sia come uomini sia come cristiani.



- sa cambiare se stesso continuamente, avendo cura di approfondire la propria fede; rinnovare la metodologia del suo lavoro finalizzata alla comunicazione con i ragazzi: ascoltare, incoraggiare, consolare, condurli per mano creando rapporti liberi e di non dipendenza.



- non dà nulla per scontato: oggi il mondo si aspetta meno verità e più vita, occorre condurre la fede al suo cuore, all’essenziale; definire atteggiamenti concreti con cui esprimere adesione a certi valori, in sostanza, riavvicinare la vita al vangelo e il vangelo all’uomo e alla sua storia.



- sa lavorare in gruppo collaborando con i colleghi, collaborazione che deve manifestarsi, apparire all’esterno non a modo dei farisei, ma di fratelli che vivono e si adoperano per gli altri nel nome di Gesù.



- sa pregare, prega assieme ai ragazzi per stare in contatto con quel Gesù che annuncia.



- sa di appartenere ad una grande comunità, la Chiesa voluta da Gesù, “luogo e segno della permanenza di Gesù Cristo nella storia” ( educare alla Buona vita del vangelo, 20), e in particolare presta la sua opera in una comunità particolare che deve cercare di conoscere bene.


“ Voi catechisti siate i narratori delle mirabili opere di Dio che affascinano gli altri con la passione e l’entusiasmo con cui comunicano la loro viva esperienza del Dio vivente, dell’incontro con Gesù Cristo e con le verità rivelate da lui alla sua Chiesa(Mons. Cesare Nosiglia, al convegno diocesano dei catechisti 28 maggio 2011.

Chiunque chiamato da Dio, chiunque a cui Dio ha dato la vocazionee di manifestarlo ai fratelli, piccoli o grandi deve vivere di Dio.


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