La sfida della Speranza, di don Tonino Bello
Pecore
senza pastore
“Transazione. Complessità. Crisi di valori…
Se la pastorale è l’arte di offrire risposte di salvezza ai
bisogni che emergono qui e ora, è chiaro che variando continuamente la
domanda, dovrà continuamente variare anche la risposta”.
“Se è lecita un’autocritica, dobbiamo dire che, come Chiesa,
abbiamo denunciato molto, rinunciato poco o annunciato pochissimo. E’ ora di
cominciare a denunciare dimeno, a rinunciare ed annunciare moltissimo”.
“Partire dagli ultimi: non è l’ultimo ritrovato della
inesauribile furbizia clericale che cerca spazio sul mercato della
popolarità…Una chiesa povera, semplice,
mite.
Che sperimenta il travaglio umanissimo delle perplessità e
della insicurezza. Non una Chiesa arrogante, che vuole rivincite, che attende
il turno per le sue rivalse temporali. Ma una Chiesa disarmata…che sa convivere
con la complessità. Che lava i piedi al mondo senza chiedergli nulla in
contraccambio, neppure il prezzo di credere in Dio, o il pedaggio di andare
alla Messa la domenica , o di una vita morale meno indegna e più in linea con
Vangelo”.
“ Non possiamo limitarci a sperare. Dobbiamo organizzare la
speranza! Oggi dobbiamo rimboccarci le maniche e metterci, con umiltà e
discrezione, accanto ai tanti indifferenti senza Dio, senza codici, senza
lavoro, senza progetti, senza ideali. Di qui, la necessità di interrogarci su
certe scelte pastorali, su cere operazioni che privilegiano più il salotto che
la strada, più la vestaglia da camera che il bastone del pellegrino. Forse solo
così ci predisporremo alla conversione, e benediremo le inquietudini che
l’hanno provocata”.
un
sentiero da percorrere col bastone da pellegrino
un deserto da rinverdire
un fratello da ritrovare
tanti ragazzi da aiutare a diventare grandi
con parole di vera amicizia
il popolo di Dio con cui comunicare e fare comuione
Speriamo contro ogni speranza con una fede grande mettendoci dentro l'amore di Dio per l'uomo
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