Parlare oggi di evangelizzazione
nella Chiesa è d’obbligo per tutti coloro che sono impegnati in qualche modo
nella pastorale: vescovi, sacerdoti, diaconi, catechisti e in generale ogni
cristiano preoccupato per il male che esiste nel mondo sempre più violento e in
aumento, quel male che sembra sopraffare la Chiesa stessa.
In questo blog ci occuperemo in
modo particolare dei catechisti, un mondo che penso di conoscere bene, delle
loro difficoltà, della loro buona volontà spesso soffocata durante il cammino, della
loro preparazione poco curata, per non dire trascurata, delle loro gioie e delle
loro lacrime. Tengo però a sottolineare che tutto ciò che sarà scritto è anche
valido per ogni uomo che crede nella sua vocazione di cristiano. Un invito particolate alle famiglie, genitori e figli ad intraprendere un cammino di formazione contemporaneamente ai propri impegni
ecclesiali, sociali, familiari così che, ciò che si va apprendendo, sia anche
un modo per misurarsi con quello che siamo e per capire, man mano, quello che
vogliamo essere.
Incominciando:
Dal riconoscere la propria vocazione, chiamata
divina, del sì incondizionato che si dà a Dio per svolgere un lavoro serio di
evangelizzazione, consapevole, vissuto, da trasmettere ai fratelli piccoli e
grandi nel rispetto della libertà di ognuno per giungere a scelte concrete
personali e comunitarie.
Dalla risposta alla chiamata divina da rinnovare ogni
giorno e la necessità di una formazione umana e cristiana da aggiornare
costantemente.
Dalla conoscenza delle persone con cui camminare insieme
nel rispetto dei tempi di maturazione di ognuno nel raggiungere gli obiettivi
da raggiungere.
Dalle motivazioni per una buona formazione personale alla
conoscenza delle Sacre Scritture, veicolo e mezzo importante per il
discernimento dell’opera di Dio per l’uomo.
Intraprendendo:
Un cammino che non perda di vista il messaggio da
trasmettere: Dio che entra nella storia dell’uomo e di ogni uomo per salvare
tutti per mezzo di Gesù.
Un cammino che non è iniziativa di un singolo, ma di tutta
una comunità che ha una storia propria da esaminare e indirizzare
religiosamente. Senza trascurare nessuno dal più piccolo al più anziano, i
giovani, la famiglia, operai, impiegati, professionisti, religiosi e atei.
Favorendo:
La fraternità con gli altri operatori di catechesi
nell’azione e nella preghiera, imitandosi ed emulandosi: tutti apparteniamo
alla stessa Chiesa di Gesù e come Chiesa dobbiamo testimoniare agli altri il
nostro Maestro.
Auspicando:
Per il futuro che il lavoro di questo decennio
catechistico 2010-2020 voluto dalla CEI proceda nell’ascolto della Parola e
dell’uomo, con occhio attento alla vita comunitaria di ogni parrocchia. E’
nelle parrocchie che ci giochiamo il futuro della Chiesa.
Pregando:
Con fiducia nelle parole della preghiera di Gesù al Padre
celeste per i suoi discepoli:
“ Non
prego solo per questi (gli apostoli) ma anche per quelli (tutti noi) che per le
loro parole crederanno in me, perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre,
sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo
creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che hai dato a me, io
l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io
in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu
mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me”. (Giov 17,20-23).
Operando:
Nel mondo tenendosi per mano con l’uomo, tutto l’uomo che
abbiamo davanti, in tutte le sue espressioni e manifestazioni, nella sua
libertà, nel rispetto della carità.
Non siamo maestri che insegnano e non hanno nulla da
imparare: siamo discepoli di un Maestro e da lui abbiamo sempre da imparare e
il suo insegnamento lo condividiamo con i nostri fratelli, alla pari, siano
essi piccoli o grandi, uomini o donne, diventando così “condiscepoli di un
Unico Maestro”.
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