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venerdì 4 gennaio 2013

Alla scuola della vita buona del Vangelo





Parlare oggi di evangelizzazione nella Chiesa è d’obbligo per tutti coloro che sono impegnati in qualche modo nella pastorale: vescovi, sacerdoti, diaconi, catechisti e in generale ogni cristiano preoccupato per il male che esiste nel mondo sempre più violento e in aumento, quel male che sembra sopraffare la Chiesa stessa.

In questo blog ci occuperemo in modo particolare dei catechisti, un mondo che penso di conoscere bene, delle loro difficoltà, della loro buona volontà spesso soffocata durante il cammino, della loro preparazione poco curata, per non dire trascurata, delle loro gioie e delle loro lacrime. Tengo però a sottolineare che tutto ciò che sarà scritto è anche valido per ogni uomo che crede nella sua vocazione di cristiano. Un invito particolate alle famiglie, genitori e figli ad intraprendere un cammino di formazione contemporaneamente ai propri impegni ecclesiali, sociali, familiari così che, ciò che si va apprendendo, sia anche un modo per misurarsi con quello che siamo e per capire, man mano, quello che vogliamo essere.


Incominciando:

Dal riconoscere la propria vocazione, chiamata divina, del sì incondizionato che si dà a Dio per svolgere un lavoro serio di evangelizzazione, consapevole, vissuto, da trasmettere ai fratelli piccoli e grandi nel rispetto della libertà di ognuno per giungere a scelte concrete personali e comunitarie.

Dalla risposta alla chiamata divina da rinnovare ogni giorno e la necessità di una formazione umana e cristiana da aggiornare costantemente.

Dalla conoscenza delle persone con cui camminare insieme nel rispetto dei tempi di maturazione di ognuno nel raggiungere gli obiettivi da raggiungere.

Dalle motivazioni per una buona formazione personale alla conoscenza delle Sacre Scritture, veicolo e mezzo importante per il discernimento dell’opera di Dio per l’uomo.


Intraprendendo:

Un cammino che non perda di vista il messaggio da trasmettere: Dio che entra nella storia dell’uomo e di ogni uomo per salvare tutti per mezzo di Gesù.

Un cammino che non è iniziativa di un singolo, ma di tutta una comunità che ha una storia propria da esaminare e indirizzare religiosamente. Senza trascurare nessuno dal più piccolo al più anziano, i giovani, la famiglia, operai, impiegati, professionisti, religiosi e atei.


Favorendo:

La fraternità con gli altri operatori di catechesi nell’azione e nella preghiera, imitandosi ed emulandosi: tutti apparteniamo alla stessa Chiesa di Gesù e come Chiesa dobbiamo testimoniare agli altri il nostro Maestro.


Auspicando:

Per il futuro che il lavoro di questo decennio catechistico 2010-2020 voluto dalla CEI proceda nell’ascolto della Parola e dell’uomo, con occhio attento alla vita comunitaria di ogni parrocchia. E’ nelle parrocchie che ci giochiamo il futuro della Chiesa. 


Pregando:

Con fiducia nelle parole della preghiera di Gesù al Padre celeste per i suoi discepoli:



“ Non prego solo per questi (gli apostoli) ma anche per quelli (tutti noi) che per le loro parole crederanno in me, perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

E la gloria che hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me”. (Giov 17,20-23).


Operando:

Nel mondo tenendosi per mano con l’uomo, tutto l’uomo che abbiamo davanti, in tutte le sue espressioni e manifestazioni, nella sua libertà, nel rispetto della carità.

Non siamo maestri che insegnano e non hanno nulla da imparare: siamo discepoli di un Maestro e da lui abbiamo sempre da imparare e il suo insegnamento lo condividiamo con i nostri fratelli, alla pari, siano essi piccoli o grandi, uomini o donne, diventando così “condiscepoli di un Unico Maestro”.






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