Te lo sarai chiesto più di una volta…
Perché proprio io?
Nella Bibbia, nella
parola di Dio troveremo sempre una risposta alle nostre domande, a volte
semplici, altre volte complicate soprattutto quando riguardano le nostre scelte
in momenti di crisi umane e spirituali.
Noi cristiani, abbiamo
una storia lunghissima, storia legata all’intervento di Dio in essa, a favore
dell’uomo creato a sua immagine e somiglianza, creatura prediletta benché
testarda, peccatrice, spesso idolatra.
Avendo Dio creato
l’uomo per la felicità, dopo la ribellione di Adamo ed Eva, non ritirò quel
dono che mise nel profondo della sua anima, aspirazione al meglio, alla
divinità. Dio intervenne e interviene nella vita umana per indirizzarla verso
l’ultimo destino dell’uomo, l’eternità felice in Lui.
Per volere di Dio
l’uomo si moltiplicò, ma quel rapporto di dialogo a tu per tu del paradiso
terrestre rimase interrotto.
Quando il Pedagogo
divino ritenne, per quanto ci è stato tramandato, incominciò a servirsi di
uomini per parlare agli altri uomini. Scelse un uomo, Abramo, e la sua famiglia
per formare un popolo a cui dedicarsi e dal quale fare giungere la salvezza a
tutte le nazioni.
Nella nostra storia
passata incontriamo Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Samuele, Davide e tanti
profeti chiamati e inviati a parlare ad un popolo voluto e curato direttamente
da Dio; tanti scrittori che tramandassero ai posteri la grande entrata di Dio
nella storia umana, fino ad arrivare a Gesù che viene a completare l’antica
alleanza tra Dio e uomo e rinnovandola con una nuova Alleanza, quella basata
sull’amore.
Questa lunga storia, è chiamata storia della
salvezza: è Dio che opera in questa storia, che l’ha scritta a memoria futura
delle meraviglie da lui operate in favore dei suoi beniamini, gli uomini.
Gli interventi di Dio,
dopo Gesù, continuano ad essere scritti in ogni cuore di buona volontà e nella
storia della Chiesa, comunità dei credenti.
Dio si serve di
uomini, che sceglie tra tanti, per delle missioni particolari, uomini che a
volte contestano la chiamata, ma che poi accettano ed eseguono il mandato anche
in mezzo a tante difficoltà e persecuzioni e spesso la morte cruenta. Uomini
scelti da Dio, con una storia personale posti ad esempio e imitazione di tutti
quelli che riceveranno il messaggio divino e che vogliono imitare Gesù.
Gesù è l’inviato
speciale con una missione che nessun altro uomo avrebbe potuto compiere. Gesù è
la nuova ed ultima rivelazione di Dio all’uomo; la sua persona è segno, diventa
via, verità e vita.
Gesù è inviato dal
Padre per dare una svolta definitiva, sicura, al cammino dell’uomo verso
l’eternità beata. Seguendo la volontà del Padre, al quale, per nostro esempio
sempre si rivolge nella preghiera, Gesù sceglie degli uomini ai quali
trasmettere il disegno di salvezza per continuare a loro volta la missione dopo
di lui.
“ Non voi avete scelto
me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e
il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre mio nel
mio nome, ve lo conceda: Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri” ( Giov
15,26-17.)
Non si sceglie di
diventare catechisti, ma si risponde ad un invito di Dio: “ Il catechista è un
consacrato e inviato da Cristo per mezzo della Chiesa”. (RdC 185)
Il Catechista è
associato al suo Vescovo e al suo ministero, è inviato da lui perché siano “
suoi collaboratori insieme ai sacerdoti, per edificare la Chiesa e nutrire la fede
dei credenti. Senza questa comunione con il vescovo nessuna catechesi, fosse
anche la più affascinante e bella per noi, raggiungerà mai la sua efficacia” (Mons.
Cesare Nosiglia, idem).
Se il parroco un
giorno ti ha chiamato e ti ha fatto una proposta per diventare catechista non è
stato un caso: Dio ha guidato il tuo parroco, Dio ha chiesto a te se volevi
dargli una mano, di guardare al mondo in modo diverso con gli occhi suoi, con
lo stesso suo amore.
“ Vedendo le folle, ne sentì compassione,
perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse
ai suoi discepoli: la messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate il
Signore delle messe, perché mandi operai nella sua messe” (Mt
9,36-38.)
Le parole di Gesù
nascono dalla compassione nella consapevolezza che quelle folle, forse, non lo
vedranno più a causa dei suoi continui spostamenti.
Gesù intravede la
necessità di molti altri che si interessino a loro. Invita alla preghiera per
nuovi operai. Tutti siamo chiamati alla collaborazione della creazione del
Regno dei cieli con i ministri da Dio inviati con chiamata speciale. Se
insistentemente preghiamo più facilmente otterremo.
“ Poi udii la voce del Signore che diceva:
“Chi manderò e chi andrà per noi?”, E io risposi: “ Eccomi, manda me!”.Egli
disse: “Va’ e riferisci a questo popolo”.
E’ l’inizio della
chiamata alla missione del profeta Isaia.
Dio accetta la
disponibilità, la collaborazione, premia la buona volontà ( Is 6,8-9).
Se sfogliamo le pagine
dei vangeli per osservare più da vicino la personalità degli apostoli e dei
primi discepoli che Gesù volle con sé, notiamo che erano persone normali,
spesso dei poveri uomini, gente semplice, dura a capire, timorosa, qualche
volta ambiziosa, in altre occasioni presi da facile entusiasmo, e quando Gesù
stava per morire lo lasciarono solo.
Con questi uomini Gesù
fonda la Chiesa, uomini come loro Gesù continua a chiamare. Aveva detto loro:
“Andate dunque e fate
discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel nome
del Padre, dl Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro a
osservare tutto ciò che vi ho comandato.
Ed ecco, io sono con voi
tutti i giorni, fino alla fine del modo”. ( Mt 28,19-20)
Nella grande famiglia
della Chiesa vi sono molte mansioni: ognuno è chiamato per qualcosa secondo i
propri carismi e possibilità, ogni credente è chiamato a dare un contributo per
la crescita della comunità cristiana.
Pensiamo di potere
essere esclusi da Gesù o essere chiamati da lui? O pensiamo perché proprio io?
Sì, perché proprio io
sono chiamato ad annunciare la sua parola?
E’ lui che sceglie in
occasioni che spesso non dicono nulla, non significano niente: solo nel
silenzio della preghiera, nella perseveranza dei compiti si troverà la risposta
al nostro assenso.
Perché proprio io?
Sì, proprio tu! perché
è proprio Lui che ti ha chiamato, che ha creduto in te, vuole che parli al
mondo di Lui. Ti assisterà e ti sarà sempre vicino.
Sei un privilegiato! Non sei tu che hai scelto LUI:
ricordalo sempre!
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