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sabato 19 gennaio 2013

Catechista in cammino, dove? come?





Da dove si parte? Dove si vuole arrivare?


 Certamente, assieme al parroco e a tutti gli altri operatori di catechesi, nelle riunioni di preparazione per il nuovo anno catechistico si è fatto un programma di viaggio.
Evitare di partire allo sbaraglio…insistere col parroco per questa preparazione. Tenere presente che il programma deve contenere storia della salvezza, messaggio evangelico e liturgia.

Sarebbe bene nel primo incontro con i ragazzi farsi conoscere: catechista e ragazzi si presentano, si parla di cosa si vuol fare e cosa si aspettano i ragazzi, cosa vogliono. Azione importante per capire se occorre fare qualche cambiamento al programma stabilito a tavolino.

Presentare e decidere ciò che si vuol fare durante l’anno. Sarebbe opportuno avere una bacheca dove tracciare il cammino con le tappe da percorrere nell’anno. Di volta in volta, a turno, un ragazzo segnerà e scriverà sopra, il tema trattato in modo da tenere sempre presente il percorso fatto, ogni incontro una tappa. Ogni tanto ci si ferma in una piazzuola, per riflettere, guardare, giudicare il percorso fatto.

La catechesi oggi deve abbracciare un più ampio percorso di formazione: deve insegnare cosa significa essere uomini buoni, qual è la nostra storia, chi è il cristiano e come si diventa cristiani, come si vive da cristiani nel quotidiano dando un senso alle scelte cristiane rispetto al comune vivere di tutti.
Sia sempre chiara la meta da raggiungere: la conoscenza di Gesù vero uomo e vero Dio per imitarlo, seguirlo essendo Lui il nostro Redentore che ci porta al Padre.


Alcune cose da tenere sempre presenti:

-          Il catechista non deve sembrare un insegnante, ma un fratello, una sorella maggiore che comunica con fratelli più piccoli: essere in famiglia.



-          Il catechista percorre, esperimenta in se stesso il cammino di fede assieme ai ragazzi, intraprende assieme a loro un cammino di formazione, impara il suo comportamento dall’esperienza che farà fare.



-          Il catechista deve perseverare con pazienza e comprensione: i bambini, i ragazzi imparano cogli occhi, sono intuitivi, ci guardano e osservano più e meglio di noi.



-          Il catechista presta attenzione ai suoi ascoltatori: i bambini, i ragazzi non sono tutti uguali.

Comunicare con loro vuol dire saper entrare nel loro mondo in silenzio per ascoltare prima di parlare.



La catechesi illumina le molteplici situazioni della vita, preparando ciascuno a scoprire e a vivere la sua vocazione cristiana nel mondo. Infatti, crescendo nella conoscenza di Cristo mediante la fede, ciascuno fa proprio il pensiero di Lui, i suoi giudizi, la sua volontà, la sua croce e la sua gloria, in una operosa vita di carità. D’altro lato, l’esperienza cristiana della vita conferma la fede e apre la coscienza a nuovo desiderio di conoscere e amare il Signore e di rendergli testimonianza”. ( Rinnov.Catechesi, 33)


 Il tuo primo maestro è Gesù.

“ Di fronte ai nodi che oggi caratterizzano la sfida educativa, ci mettiamo ancora una volta alla scuola di Gesù. Lo facciamo con grande fiducia, sapendo che egli è il Maestro buono (Mc 10,17), che ha parlato e ha agito, mostrando nella vita il suo insegnamento. Nel gesto della lavanda dei piedi dei suoi discepoli, nell’ora in cui li amò sino alla fine, egli si presenta ancora come colui che ci educa con la sua stessa vita (cfr Gv13,14) “ (Ed. alla vita buona del vangelo cap.2,16).



 Gesù è stato il primo catechista, catechista itinerante: durante tutta la sua predicazione egli annuncia svelando agli uomini il Regno di Dio,

 l’amore di un Padre buono, misericordioso,

dà un senso alla storia dell’uomo fondato sull’amore e sulla giustizia,

annuncia e dà la sua vita per amore.

Gesù non illude nessuno: annuncia che la conquista del Regno di Dio avviene attraverso la croce, sofferenza subita e accettata con amore e per amore degli altri a causa della debolezza umana.



Gli insegnamenti di Gesù, i Vangeli, sono il primo libro del catechista e congiuntamente tutte le Sacre Scritture per conoscere la nostra storia di seguaci di Gesù, e prima ancora pensati dal Padre nel suo progetto di salvezza, le sue leggi e la sua volontà.

Nei Vangeli troviamo tutta la sapienza di Dio che Gesù ci ha trasmesso: ogni brano, ogni parola, ogni personaggio, ogni dialogo, preghiera, ogni scena, ogni sguardo, gesto, ogni sentimento trasmettono verità di vita. Acquisire queste verità nella propria vita e trasmetterle è il compito del catechista. Il catechista trasmette vita, la vita di Gesù come inviato di Dio, il Maestro che insegnava facendosi interprete delle ansie degli uomini, delle folle che lo seguivano e di ognuno in particolare cogliendo anche bisogni inespressi.

E’ Gesù il maestro alla cui scuola riscoprire il compito di ogni cristiano e la sua vocazione particolare: il catechista alla sua scuola impara ad essere come Lui, come il maestro innamorato di Dio e degli uomini per compiere una missione speciale.

  La formazione deve portare a conoscere Gesù, a decidersi per lui per donarlo agli altri.

“Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo. In una parola, nutrire e guidare la mentalità di fede: questa è la missione fondamentale di chi fa catechesi a nome della Chiesa. (Rinnov.Catechesi, d.38).



Il catechista ha un progetto da disegnare e portare avanti con intelligenza e costanza; sempre pronto ad eventuali modifiche secondo le esigenze dei destinatari.



 “ Nella pratica pastorale, ogni forma di predicazione tende ad essere piena testimonianza della parola di Dio, con accentuazioni di volta in volta particolari. La catechesi non spegne, ma sostiene la letizia del primo annuncio…L’esplicazione sistematica della fede è memoria degli eventi e delle parole della salvezza, santificazione in atto per ciascuno, annuncio della piena comunione con Dio nella vita eterna”. (id. 37)


Il catechista è un fantasista, non un mago: tiene sveglia l’attenzione, cura ogni particolare, non trascura nessuno, in ogni cosa sa mettere una goccia d’amore, crea entusiasmo donando se stesso.

Come Giovanni Battista l’operatore di catechesi deve mostrare Gesù in modo che la sua testimonianza di fede sia convincente affinché chi ascolta possa diventare discepolo di Gesù.



Come Gesù che interroga: “ Che cosa cercate?” (Giov 1,38) per suscitare e riconoscere un desiderio.  Egli è il maestro che fa appello alla libertà e a ciò che di più autentico abita nel cuore, facendone emergere il desiderio inespresso. “Maestro, dove dimori?”, a cui segue una risposta che è un invito “Venite e vedrete” che suscita un incontro per iniziare un’esperienza da condividere. Rimasero con lui accettando la sfida.



Come Gesù, l’operatore di catechesi, il catechista sa invitare alla perseveranza suscitando risposte sincere di attaccamento alla Parola udita, Gesù: “Signore , da chi andremo? Solo tu hai parole di vita eterna”.



Come Gesù che lavando i piedi ai discepoli, rovescia i rapporti abituali tra maestro e discepoli, tra padrone e servo. Il servire diventa un gesto d’amore: “ Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Giov 13,34).

  “Maestro, dove dimori?”    “Venite e vedrete”  
Suscitare un incontro per iniziare un'esperienza da condividere...





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