Da dove si parte? Dove si vuole arrivare?
Certamente, assieme al parroco e a tutti gli
altri operatori di catechesi, nelle riunioni di preparazione per il nuovo anno
catechistico si è fatto un programma di viaggio.
Evitare di partire
allo sbaraglio…insistere col parroco per questa preparazione. Tenere presente
che il programma deve contenere storia della salvezza, messaggio evangelico e
liturgia.
Sarebbe bene nel primo
incontro con i ragazzi farsi conoscere: catechista e ragazzi si presentano, si
parla di cosa si vuol fare e cosa si aspettano i ragazzi, cosa vogliono. Azione
importante per capire se occorre fare qualche cambiamento al programma
stabilito a tavolino.
Presentare e decidere
ciò che si vuol fare durante l’anno. Sarebbe opportuno avere una bacheca dove
tracciare il cammino con le tappe da percorrere nell’anno. Di volta in volta, a
turno, un ragazzo segnerà e scriverà sopra, il tema trattato in modo da tenere
sempre presente il percorso fatto, ogni incontro una tappa. Ogni tanto ci si
ferma in una piazzuola, per riflettere, guardare, giudicare il percorso fatto.
La catechesi oggi deve
abbracciare un più ampio percorso di formazione: deve insegnare cosa significa
essere uomini buoni, qual è la nostra storia, chi è il cristiano e come si
diventa cristiani, come si vive da cristiani nel quotidiano dando un senso alle
scelte cristiane rispetto al comune vivere di tutti.
Sia sempre chiara la
meta da raggiungere: la conoscenza di Gesù vero uomo e vero Dio per imitarlo,
seguirlo essendo Lui il nostro Redentore che ci porta al Padre.
Alcune cose da tenere sempre presenti:
-
Il
catechista non deve sembrare un insegnante, ma un fratello, una sorella
maggiore che comunica con fratelli più piccoli: essere in famiglia.
-
Il
catechista percorre, esperimenta in se stesso il cammino di fede assieme ai
ragazzi, intraprende assieme a loro un cammino di formazione, impara il suo
comportamento dall’esperienza che farà fare.
-
Il
catechista deve perseverare con pazienza e comprensione: i bambini, i ragazzi
imparano cogli occhi, sono intuitivi, ci guardano e osservano più e meglio di
noi.
-
Il
catechista presta attenzione ai suoi ascoltatori: i bambini, i ragazzi non sono
tutti uguali.
Comunicare con loro vuol dire saper entrare nel loro mondo in silenzio
per ascoltare prima di parlare.
“ La catechesi illumina
le molteplici situazioni della vita, preparando ciascuno a scoprire e a vivere
la sua vocazione cristiana nel mondo. Infatti, crescendo nella conoscenza di
Cristo mediante la fede, ciascuno fa proprio il pensiero di Lui, i suoi
giudizi, la sua volontà, la sua croce e la sua gloria, in una operosa vita di carità.
D’altro lato, l’esperienza cristiana della vita conferma la fede e apre la
coscienza a nuovo desiderio di conoscere e amare il Signore e di rendergli
testimonianza”. ( Rinnov.Catechesi,
33)
Il tuo primo maestro è Gesù.
“ Di fronte ai nodi
che oggi caratterizzano la sfida educativa, ci mettiamo ancora una volta alla
scuola di Gesù. Lo facciamo con grande fiducia, sapendo che egli è il Maestro
buono (Mc 10,17), che ha parlato e ha agito, mostrando nella vita il suo
insegnamento. Nel gesto della lavanda dei piedi dei suoi discepoli, nell’ora in
cui li amò sino alla fine, egli si presenta ancora come colui che ci educa con
la sua stessa vita (cfr Gv13,14) “ (Ed. alla vita buona del vangelo cap.2,16).
Gesù è stato il primo catechista, catechista
itinerante: durante tutta la sua predicazione egli annuncia svelando agli
uomini il Regno di Dio,
l’amore di un Padre buono, misericordioso,
dà un senso alla
storia dell’uomo fondato sull’amore e sulla giustizia,
annuncia e dà la sua
vita per amore.
Gesù non illude
nessuno: annuncia che la conquista del Regno di Dio avviene attraverso la
croce, sofferenza subita e accettata con amore e per amore degli altri a causa
della debolezza umana.
Gli insegnamenti di
Gesù, i Vangeli, sono il primo libro del catechista e congiuntamente tutte le
Sacre Scritture per conoscere la nostra storia di seguaci di Gesù, e prima
ancora pensati dal Padre nel suo progetto di salvezza, le sue leggi e la sua
volontà.
Nei Vangeli troviamo
tutta la sapienza di Dio che Gesù ci ha trasmesso: ogni brano, ogni parola,
ogni personaggio, ogni dialogo, preghiera, ogni scena, ogni sguardo, gesto,
ogni sentimento trasmettono verità di vita. Acquisire queste verità nella
propria vita e trasmetterle è il compito del catechista. Il catechista trasmette
vita, la vita di Gesù come inviato di Dio, il Maestro che insegnava facendosi
interprete delle ansie degli uomini, delle folle che lo seguivano e di ognuno
in particolare cogliendo anche bisogni inespressi.
E’ Gesù il maestro
alla cui scuola riscoprire il compito di ogni cristiano e la sua vocazione
particolare: il catechista alla sua scuola impara ad essere come Lui, come il
maestro innamorato di Dio e degli uomini per compiere una missione speciale.
La formazione
deve portare a conoscere Gesù, a decidersi per lui per donarlo agli altri.
“Educare al pensiero
di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a
scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la
comunione con il Padre e lo Spirito Santo. In una parola, nutrire e guidare la
mentalità di fede: questa è la missione fondamentale di chi fa catechesi a nome
della Chiesa. (Rinnov.Catechesi, d.38).
Il catechista ha un
progetto da disegnare e portare avanti con intelligenza e costanza; sempre pronto
ad eventuali modifiche secondo le esigenze dei destinatari.
“ Nella pratica pastorale, ogni forma di predicazione tende ad essere
piena testimonianza della parola di Dio, con accentuazioni di volta in volta
particolari. La catechesi non spegne, ma sostiene la letizia del primo
annuncio…L’esplicazione sistematica della fede è memoria degli eventi e delle
parole della salvezza, santificazione in atto per ciascuno, annuncio della
piena comunione con Dio nella vita eterna”. (id. 37)
Il catechista è un fantasista, non un mago: tiene sveglia l’attenzione, cura ogni particolare, non trascura nessuno, in ogni cosa sa mettere una goccia d’amore, crea entusiasmo donando se stesso.
Come Giovanni Battista
l’operatore di catechesi deve mostrare Gesù in modo che la sua testimonianza di
fede sia convincente affinché chi ascolta possa diventare discepolo di Gesù.
Come Gesù che
interroga: “ Che cosa cercate?” (Giov 1,38) per suscitare e riconoscere un
desiderio. Egli è il maestro che fa
appello alla libertà e a ciò che di più autentico abita nel cuore, facendone
emergere il desiderio inespresso. “Maestro, dove dimori?”, a cui segue una
risposta che è un invito “Venite e vedrete” che suscita un incontro per
iniziare un’esperienza da condividere. Rimasero con lui accettando la sfida.
Come Gesù, l’operatore
di catechesi, il catechista sa invitare alla perseveranza suscitando risposte
sincere di attaccamento alla Parola udita, Gesù: “Signore , da chi andremo?
Solo tu hai parole di vita eterna”.
Come Gesù che lavando
i piedi ai discepoli, rovescia i rapporti abituali tra maestro e discepoli, tra
padrone e servo. Il servire diventa un gesto d’amore: “ Come io ho amato voi,
così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Giov 13,34).
“Maestro, dove dimori?” “Venite e vedrete”
Suscitare un incontro per iniziare un'esperienza da condividere...
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