La risposta alla chiamata di Dio nel matrimonio non s’improvvisa.
Il matrimonio diventa solido se il periodo prematrimoniale è vissuto in
preparazione di esso. Come i seminaristi si preparano al sacerdozio, così i
fidanzati devono imparare ad amare Dio e il futuro coniuge con quel dono totale
di se di cui abbiamo parlato, richiesto anche durante il fidanzamento. Abbiamo, infatti detto che il Matrimonio è
una vocazione, cioè una chiamata di Dio. è, in altre parole, un dono che Dio fa
ai due sposi per la loro salvezza e per il suo progetto d’amore sull’umanità.
Ciò è valido per il sacerdozio ed è valido anche per il matrimonio.
Fidanzamento e sessualità
Per il cristiano la sessualità non è scindibile dal disegno d’amore di Dio
sull’uomo. Anche i princìpi che devono ispirare i rapporti tra fidanzati, dunque,
devono nascere dalla visione cristiana della sessualità:
1. Questa non è mai
fine a se stessa, come un bene di consumo, ma è sempre vista nel contesto
della chiamata dell’uomo all'amore cristiano, cioè al dono di sé, al rispetto
dell’altro, al servizio e alla promozione dell'uomo.
2. Il matrimonio cristiano è una “chiamata” a quella forma
particolare di amore cristiano tra uomo e donna, che consiste nel dono totale e reciproco di se stessi e nel
servizio alla vita secondo il progetto di Dio. In questo contesto la sessualità diventa
forza da illuminare e da educare perché diventi, nel matrimonio, mezzo ed
espressione di questo amore.
3. E' evidente, in questa prospettiva, che la vita sessuale completa può trovare il
suo posto soltanto nel matrimonio, così come gli atti propri del ministero
sacerdotale (come ad esempio il confessare o il consacrare l’Eucarestia)
trovano posto solo dopo che il seminarista è diventato sacerdote.
Se siamo convinti, dunque, che i rapporti prematrimoniali non vanno
d’accordo con l’ideale di amore cristiano, troveremo la forza, nel
fidanzamento, di evitare anche tutti quei gesti che potrebbero predisporre ad
essi.
E’ comunque sempre importante sottolineare che è necessario conservare un
atteggiamento di semplicità e di prontezza nel saper ricominciare,
atteggiamento che scaturisce dalla consapevolezza della grande comprensione di
Gesù verso la nostra debolezza e dalla sua volontà di aiutarci. Nell’amore, si cresce, a poco a poco. (tratto
da Gino Rocca, Città Nuova n. 17/1990)
Nel rapporto di coppia, una cosa è, ad esempio, l'amore che cerca di
possedere l'altro, altra cosa, invece, è l'amore che sa sacrificarsi per
l’altro. Una cosa è amare l'altra persona per il suo corpo, per il piacere e le
emozioni che è in grado di procurare, stabilire con lei un rapporto
superficiale e limitato nel tempo, altra cosa, invece, è amarla per se stessa,
per la ricchezza e la bellezza spirituale che possiede e riuscire a creare con
essa un rapporto molto più profondo che dura tutta la vita.
In quest’ottica, il valore del rapporto sessuale, inteso come rapporto
d'amore, dipende dal tipo di amore che esso è capace di esprimere.
Il rapporto sarà tanto più ricco nella misura in cui riuscirà ad esprimere quell'amore che tende al dono
totale di sé; cioè nella misura in cui
il piacere non sarà più un oggetto che i due cercano di rapirsi a vicenda, ma
diventerà il linguaggio attraverso cui essi sperimentano ed esprimono la loro
comunione completa.
Gesù disse al riguardo: «L'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a
sua moglie e i due saranno una carne sola. Così che non sono più due, ma una
carne sola», come dire che il rapporto sessuale raggiunge la sua pienezza di
significato solo quando c'è questa capacità di donarsi totalmente
all'altro. Bisogna, quindi, arrivare a
questa sessualità adulta, matura, diventare realmente capaci di questo dono
totale di sé, cioè di amare l'altro per se stesso, di sceglierlo per tutta la
vita, di scoprire la gioia di vivere insieme, di lavorare insieme, di
accogliere e dedicarsi insieme ai propri bambini. Anche l'amore per i figli e l'apertura alla vita, infatti, è parte
essenziale del matrimonio cristiano. In un contesto del genere, i rapporti
intimi costituiscono uno dei momenti più alti nella vita di una coppia.
Per questo, un traguardo del genere non s’improvvisa. Dietro tanti matrimoni veramente riusciti si
scopre sempre un cammino che i due hanno percorso insieme (durante il
fidanzamento e anche dopo il matrimonio), dialogando, confidandosi idee,
sentimenti, pregando insieme, approfondendo la propria fede…
Ovviamente Gesù non pretende che noi tocchiamo il traguardo in un momento,
ma che ci mettiamo in cammino, lealmente disposti a pagare il prezzo che egli
ci domanda per raggiungerlo. Questo richiederà, tra l'altro, una grande
pazienza e misericordia con noi stessi nel saper ricominciare ogni giorno,
senza arrenderci di fronte alle momentanee difficoltà o insuccessi. (tratto da Gino Rocca, Città Nuova n. 3/1989)
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