CIO’ CHE ERA FIN DA PRINCIPIO
di don Tonino Bello
Vi scrivo da Nazaret. Anzi,
dal cuore di Nazaret. Vicino a quel cratere misterioso dove Dio si è fatto uomo
e da dove è partito tutto.
Assorto dinanzi alla grotta
del «sì» di Maria, scavo con gli occhi
lo spessore del tempo, nella speranza di poggiare lo sguardo su quella
patina di roccia dove colui che era fin dal principio ha poggiato i piedi.
Ma non riesco a forare le stratificazioni di venti secoli, per mettere
a nudo il livello di calpestio dei suoi passi.
Gli archeologi ci sono
riusciti. lo no.
E’ un’avventura al
1imite dell'assurdo, che mette in crisi la mia fede.
Perché è difficile che tra
quelle pietraie abbia collocato la sua dimora colui che cavalca i cherubini, e
si libra, sulle ali del vento, e fa
delle nubi il suo carro, e stende il cielo come una tenda, e costruisce sulle
acque la sua dimora...
Basilica dell'Annunciazione, Nazaret
Mi lascio sedurre dalle
risonanze dei sa1mi.
Mi accorgo, così, che il
problema non è scavalcare a ritroso duemila anni e raggiungere quel punto zero
della storia che ha registrato il momento dell'incarnazione del Figlio di Dio.
Tutto sommato, anche se è da
ingenui voler scorgere sui sassi le impronte digitali di Gesù o disseppellire i
ciottoli sui quali ha impresso le sue orme
è già una incredibile soddisfazione spirituale poter contemplare i monti
di Galilea, e poter dire: lo stesso profilo di monti che entra nelle mie
pupille è, entrato anche nelle pupille di Gesù.
Egli ha visto, nelle sue
notti insonni, le medesime costellazioni che vedo io stasera. E come me,
anch’egli ha percepito l’acre profumo di pervinca che mi ha perseguitato tutto
il giorno. E ha contemplato anche’egli come me, lui con cento presagi,m io con
mille rimorsi, gli stami della passiflora.
Il problema vero, piuttosto,
è coprire la distanza che separa il punto zero da quel “principio” in cui “era
il Verbo” come dice Giovanni.
Dov’è questo “ principio”? Dove sono i colli eterni da cui
Egli è partito? In quale abisso siderale di luce sprofonda il suo esistere da
sempre? In quali falde misteriose risiedono le sorgenti la cui acqua è venuta a
lambire la terra? E’ proprio su questa battigia desolata? A quale arcano
disegno d’amore ha inteso obbedire quando, attraversata la compattezza dei
secoli dei secoli, lui, l’increato che i cieli
non possono contenere, è venuto ad arenarsi in questa insenatura
calcarea che stava davanti a me? Ed è mai pensabile che il disegno universale
di salvezza, scritto sui rotoli di Dio fin dall’eternità, abbia trovato quei,
in questi tuguri di pecorai, il bandolo da cui si è dipanato?
Péguy parlava di carnalità
della grazia! E forse devo adattarmi a leggere in questa frase l’unica risposta
capace di placare il tumulto delle mie forsennate domande.
Carnalità della grazia! Salvezza
che ci raggiunge solo attraverso interstizi di grembi. Sollecitudini trinitarie
che possono farci trasalire mediante sorrisi umani e inflessioni di parole e
curvature di carezze. Circuiti celesti d’amore che toccano i nostri corpi
terreno solo per via di lampeggiamenti di occhi, di fragranze di sudori, di
brividi sulla pelle, di lacrime sul viso.
Sentieri fioriti dell’eterno
che, per incrociare l’uomo, si fanno viottole terrene, e passano dai nostri
pozzi, e si sfilacciano nelle nostre valli, e si inerpicano sui nostri colli, e
sfiorano le nostre case. Come questa casupola di Maria, nella quale il respiro
di Dio, prima di farsi rantolo di morente, si è fatto alito di bambino,
profumato di latte materno e di basilico.
Se vuoi essere universale,
parlami del tuo villaggio. Forse, chi ha detto così ha proprio pensato alla
Nazaret di Gesù, questa incredibile concentrazione di povertà, che ha rivestito
del suo dialetto i linguaggi universali di Dio e ha circoscritto nell’umiltà
delle sue saggezze paesane la Sapienza del Verbo.
Cari catechisti, finisco qui
per non fare naufragio.
Ma se un annuncio di gioia
posso darvelo anch’io, come l’ha dato Gabriele, voglio dirvi così: Non temete!
Se colui che è da principio non ha
disdegnato questi sassi, non disprezzerà neppure i macigni del vostro povero
cuore. Sappiate offrirglieli, perché, perché stabilisca in mezzo agli uomini il
suo domicilio.-
E continuerà, anche per il
vostro “sì”, l’avventura della redenzione.
Vista panoramica di Nazaret,
in primo piano la Basilica dell’Annunciazione
Nessun commento:
Posta un commento